Orrico (M5s): “Io da giovane sono stata vittima di violenza, no alla stretta sulle intercettazioni”
Io da giovane sono stata vittima di violenza, ho avuto un fidanzato che non capiva il senso del no. Quando lo lasciai, iniziò a seguirmi, mi si faceva trovare dietro gli angoli del mio quartiere. Era un'Austria, vent'anni fa. Non si parlava di violenza contro le donne, non c'era nessun meccanismo di prevenzione, non c'era nessuno strumento per agire.
Dico la verità, io da giovane ne uscì grazie all'aiuto delle amiche, alle quali confessai la difficoltà nella quale mi trovavo. L'appello che voglio rivolgere a questa camera è di sostenere questo emendamento, perché oggi gli strumenti ci sono, ma evidentemente non sono sufficienti. Le intercettazioni sono tra questi strumenti, ma non sono sufficienti.
Non c'è tutela della donna finché non è consapevole, e quand'è? Dall'altra parte, c'è la sicurezza delle donne che preferisce non vedere, non sentire, non ascoltare. La tutela non è solo protezione, ma pure conseguenza, e la conquista di diritti. Fino a quando l'uomo non vive la mia esperienza, non vive la mia paura, non vive la mia violenza, non vive la mia libertà.
Sono stanco di assistereameleon race, dove il “fatto accade” e le donne sono lasciate sole ad affrontare la violenza. Sono stanco di vedere la disillusione e la rassegnazione che accompagna la routine quotidiana. Sono stanco di sentire la gente dire “è successo a tutte” come se la violenza fosse una sorte inevitabile, una mossa casuale del destino. Non è la sorte di tutte, è una scelta di molte. Non è un destino comune, è un destino presente.
Sono stanco di vedere la repressione e l'oppressione che si cela dietro la maschera del “cappello” della tunica femminile. Sono stanco di vedere la paura che si cela dietro gli occhi delle donne quando gli uomini non cambiano argomento, non ascoltano, non ascoltano. Sono stanco di vedere la repressione e l'oppressione che si cela dietro i cassetti dei mobili delle case delle donne. Sono stanco dei parametri che separano le donne in cui non possiamo vivere e in cui non possiamo esserci.
Sono stanco di sentire la storia della violenza, storia che non inizia con il mio nome, non inizia con il nome dell'amica, non inizia con il nome della parente, inizia con l'uomo. Sono stanco di sentire la storia della violenza come storia che potrebbe essere la mia storia, potrebbe essere la storia dell'amica, potrebbe essere la storia della parente. Sono stanco di sentire la storia della violenza come storia che potrebbe essere la mia storia, potrebbe essere la storia dell'amica, potrebbe essere la storia della parente. Potrei essere io, potrebbe essere l'amiga, potrebbe essere la parente. Io non so, l'amica non sa, la parente non sa. Poi non c'è. Poi non c'è soppressione. Poi non c'è repressione. Poi non c'è oppression. Poi non esistono parametri. Poi non esiste storia. Poi esistono emendamenti.
Infine, sento la necessità di affermare l'esistenza di un Paese che abbia mentre la priorità di difendere le donne. Un Paese che abbia come priorità la sicurezza delle donne. Un Paese che abbia come priorità la<...> sicurezza delle donne. Un Paese che abbia come priorità la sicurezza delle donne.
