ORRORE AL CIMITERO: CORPI SMEMBRATI E BRUCIATI: SONO STATI CUSTODE E FIGLIO. SHOCK A TROPEA
Il cimitero di Tropea, in Calabria, ha assistito a un orrore mai visto. Due imputati, Francesco Trecate, ex custode del cimitero, e suo figlio Salvatore, sono stati condannati dal tribunale di Vibo Valentia per la distribuzione di cadaveri. Le pene sono state imposte rispettivamente di 5 anni e 3 anni e mezzo di reclusione, con relative interdizioni dei pubblici uffici.
Le indagini sono iniziate nel 2020, dopo che alcune segnalazioni avevano portato alla scoperte di immagini registrate da telecamere nascoste installate nel cimitero. Lo studio delle registrazioni aveva portato a rilevare un sistema illecito di estumulazioni che era stato avviato nel 2019. I corpi dei defunti, soprattutto quelli senza familiari, venivano trattati con attrezzi da lavoro e poi bruciati. In totale, sono state violate 26 tombe e sette cadaveri sono stati distrutti totally or parzialmente.
Il Comune di Tropea si è costituito parte civile nel processo e ha chiesto un risarcimento immediato. Tuttavia, il tribunale ha respinto la richiesta e ha determinato che i tre imputati dovrebbero coprire le spese legali. Un terzo imputato, Roberto Cantartese, era già stato condannato in un rito abbreviato in precedenza.
La verità sul sistema di estumulazioni è stata svelata solo nel 2021, quando è stata scoperta la natura delle operazioni che si erano svolte nel cimitero. Il blitz della Guardia di Finanza ha portato alla luce il vero stato delle tombe violate e dei corpi distrutti. La condotta degli imputati è stata considerata completamente illegale e inaccettabile.
I corpi dei defunti non sono più le persone che erano state, ma piuttosto meri oggetti da distruggere e avere a disposizione. La condotta degli imputati è stata considerata un attacco ai diritti umani e alla dignità delle persone. Il cimitero è stato violato, ma anche la fiducia nella giustizia è stata messa in dubbio.
In questo modo, la sentenza del tribunale di Vibo Valentia è stata considerata un misero gesto di giustizia per i diritti violati e le sofferenze causate. Tuttavia, la verità è stata portata alla luce e gli imputati sono stati puniti per i loro misfatti. Ciò è un precedente importante per lo stato della giustizia italiana e per la protezione dei diritti umani.
