ORRORE, UCCIDE LA FIDANZATA 21ENNE E POI LA DECAP|TA: ARRESTATO GIOVANE POSTINO
Evan Metten, un uomo di 27 anni, è stato condannato all'ergastolo con una pena minima di 23 anni di reclusione per l'assassinio brutale della sua fidanzata, Phenix Spencer Horn, di 21 anni. L'omicidio è avvenuto nel novembre 2024 in Scozia, all'interno del loro appartamento. La violenza dell'aggressione è stata particolarmente crudele, con la vittima che è stata accoltellata ben 20 volte, di cui 10 colpi inflitti al volto. L'aggressione è culminata con la decapitazione e lo smembramento del corpo di Phenix.
Dopo il delitto, Metten ha continuato a vivere la sua vita come se nulla fosse accaduto. Nei due giorni successivi all'omicidio, ha fatto uso di sostanze stupefacenti, ha guardato materiale pornografico e ha addirittura inviato un messaggio alla madre di Phenix, fingendo che la ragazza fosse ancora viva. Questo comportamento ha ulteriormente aggravato la sua posizione, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la vita e la dignità della sua vittima.
Solo il 18 novembre, Metten ha chiamato i soccorsi, sostenendo di aver avuto un episodio psicotico indotto dall'uso di sostanze. Tuttavia, questa versione è stata smentita in aula, confermando che il suo comportamento è stato guidato da una fredda e premeditata intenzione di uccidere e di nascondere le prove del delitto.
Phenix lavorava come cameriere e considerava Metten l'anima gemella, nonostante la violenza e la malvagità che si nascondevano dietro la sua facciata. La famiglia di Phenix è stata particolarmente colpita dal fatto di non aver potuto nemmeno dare un ultimo saluto alla loro amata, a causa della crudeltà e della profanazione del suo corpo.
Il giudice ha definito il delitto “orribile”, sottolineando il tradimento della fiducia e la crudeltà nel voler cancellare le prove. La sentenza è stata particolarmente dura, riflettendo la gravità del reato e la necessità di proteggere la società da persone capaci di commettere simili atrocità. La condanna all'ergastolo con un minimo di 23 anni di carcere rappresenta una giusta punizione per un crimine così efferato, e segna la fine di un capitolo buio nella vita di coloro che hanno subito il trauma di questo evento.
