ORRORE: UCCIDE LA MOGLIE E VA AL COLLOQUIO DI LAVORO CON IL CORPO NEL BAGAGLIAIO
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ORRORE: UCCIDE LA MOGLIE E VA AL COLLOQUIO DI LAVORO CON IL CORPO NEL BAGAGLIAIO

ORRORE: UCCIDE LA MOGLIE E VA AL COLLOQUIO DI LAVORO CON IL CORPO NEL BAGAGLIAIO

L'uomo, in preda all'orrore, aveva commesso un gesto inaudito e squallido. Dopo aver ucciso la moglie, non si era proprio preoccupato di nascondere il corpo, anzi l'aveva caricato nel bagagliaio della macchina e si era diretto al colloquio di lavoro come se niente fosse successo. Mentre si avviava, il corpo della moglie riverso sul sedile posteriore sembrava non esistere per lui. La smagliatura del silenzio che pervadeva l'aria era rotta solo dal suono delle ruote che sfrecciavano sulla strada, come un'eco del suo stesso cuore che pulsava di disumano ottusità.

Il suo volto era una maschera d'indifferenza, priva di qualsiasi traccia d'emotività. Era come se la morte della sua compagna non avesse lasciato il minimo segno su di lui, come se non fosse successo nulla di grave. Eppure, l'uomo non poteva ignorare il peso della sua azione. Il corpo della moglie non era solo un oggetto inanimato, era la carne della sua carne, il sangue del suo sangue. Eppure, l'uomo sembrava non comprendere nulla di ciò.

La che gli esprimeva la sua insensibilità era assordante, come un'unica nota che ripeteva senza fine: “om om”. Era come se la sua coscienza avesse smesso di esistere, come se non avesse più bisogno di emozioni o di pensieri. Era un essere umano divenuto un automa, senza passioni, senza sentimenti, senza cuore.

Il suo colloquio di lavoro non era altro che un'abile recita, un'artificiosa rappresentazione di normalità. L'uomo doveva fare come se niente fosse successo, come se la sua quotidianità non fosse stata disturbata dal più grave dei crimini. Ma la realtà era ben diversa. La sua esistenza era stata trasformata in un incubo dai cui incubi non sarebbe potuto più uscire. Il corpo della moglie lo accompagna dovunque vada, un costante ricordo del suo orrore.


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