Palestina, gli studenti in occupazione contro Manfredi: “Ascoltateci, stanchi di non contare nulla”
A Napoli, oltre venti scuole sono state occupate in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. La situazione si evolve quotidianamente, con alcuni istituti che terminano la protesta e altri che la iniziano. Questo movimento riflette il sentimento che si è diffuso nel paese e in particolare nella città di Napoli, a partire dalle immagini che arrivano da Gaza da due anni e per i diritti del popolo palestinese.
Recentemente, la Città Metropolitana, presieduta da Gaetano Manfredi, ha chiesto alla Prefettura e alla Questura lo sgombero delle scuole occupate, motivando la richiesta con il fatto che le proteste ritarderebbero l'avvio dei lavori di ristrutturazione di diverse scuole e si rischierebbero di perdere fondi del PNRR.
Gli studenti hanno risposto a questa presa di posizione, sottolineando che, dopo l'ultimo accordo di pace, è chiaro che non esiste pace nei territori occupati e che quindi hanno deciso di alzare la voce in solidarietà con il popolo palestinese, contro l'apartheid e contro il genocidio. Gli studenti hanno anche sottolineato che non possono stare in silenzio di fronte a un orrore del genere e che, in quanto studenti, hanno il dovere di denunciare tutto ciò che sta succedendo ai popoli palestinesi.
In risposta alla richiesta di Manfredi di sgomberare le scuole occupate, il movimento studentesco ha affermato che il problema non sono le occupazioni, ma la mancata gestione e la fallibilità dell'amministrazione comunale, che non ha iniziato i lavori di ristrutturazione già da molti anni. Gli studenti hanno anche sottolineato che l'occupazione è un atto radicale che viene visto come un ultimo tentativo di essere ascoltati, dopo che le loro richieste sono state ignorate per troppo tempo.
Gli studenti hanno invitato le comunità palestinesi a raccontare la storia della Palestina e a parlare di questioni come l'apartheid, il femminismo e l'antimafia. La loro risposta a Manfredi è: “Ascoltateci”. Secondo gli studenti, la scuola dovrebbe insegnare cosa significa fare politica e dovrebbe essere un luogo dove gli studenti possano esprimere le loro opinioni e essere ascoltati.
