Palestinesi e attivisti aggrediti nella Cumana a Napoli: “Clima pesante di indifferenza”
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Palestinesi e attivisti aggrediti nella Cumana a Napoli: “Clima pesante di indifferenza”

Palestinesi e attivisti aggrediti nella Cumana a : “Clima pesante di indifferenza”

Era sabato pomeriggio, il 22 marzo, quando un gruppo di attivisti palestinesi e un attore di origine palestinese, Omar Suleiman, furono aggrediti da un uomo non ancora identificato su un treno della Cumana di diretto a Bagnoli.

L'uomo aveva provocato una serie di aggressioni, tra cui l'uccisione di pacchetti di sigarette, l'accensione e spegnimento di un accendino e la diffusione a volume alto dell'inno di Israele. In seguito, quando i compagni dell'attivista/scrittore incaricato di raccontare la storia indossavano una keffiyeh, aveva iniziato a manifestare ostilità.

La situazione si fece tesa quando l'uomo si era seduto a 10 centimetri di distanza dalle vittime, minacciando di tagliare la gola e facendo il segno del “saluto romano”. L'attivista e il suo compagno, che erano seduti accanto a Suleiman, avevano mantenuto la calma e avevano deciso di attendere che l'uomo scendesse dal treno, ma questo non accettò di scendere e si mise alle loro spalle, con la sua compagna che si mise tra lui e l'attivista per difenderlo.

Durante la tragica scena, la compagna dell'attivista prese la mano e chiamò i carabinieri, mentre l'altro compagno inseguita l'uomo, ordinò di dargli la firma e di prendere la ripresa , senza farsi vedere. Dopo che l'uomo saltò il tornante, facendo il segno di tagliare la gola e minacciando di tagliare la gola del compagno, Suleiman saltò giù dal treno e iniziò a riprendere la scena, che porterà come prova alle autorità giudiziarie.

L'attivista conclude la sua storia lamentando l'indifferenza di moltiُوا PERSON 개발 in Italia e nel mondo, definendo l'episodio un brutto segnale per Napoli, dove, in 47 anni, non gli era mai accaduto un episodio del genere. Chiamò a raccolta tutti coloro che erano indignati e solidali con lui e i suoi compagni per denunciare questo atto di violenza e assicurare che non vi sarebbe stato mai più.


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