La Procura di Milano ha chiuso le indagini contro Chiara Ferragni e altre tre persone per truffa aggravata relativamente ai casi del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi. Secondo gli inquirenti, l'ingiusto profitto contestato all'influencer sarebbe di circa 2 milioni e 200 mila euro.
La Procura ha chiesto la chiusura delle indagini e, se non dovesse essere archiviata la vicenda, richiederà il rinvio a giudizio delle persone coinvolte. Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare memorie o farsi interrogare.
La difesa di Chiara Ferragni, composta dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, ha commentato la chiusura delle indagini dichiarando che la vicenda non ha alcuna rilevanza penale e che i profili controversi sono già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. I due legali hanno affermato che la società di Chiara Ferragni, Tbs, ha già versato una ingente somma per risolvere la controversia e che ora studieranno le contromosse difensive.
I difensori hanno dichiarato: “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcm. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima”.
La chiusura delle indagini segue una lunga inchiesta che ha visto la Procura di Milano esaminare le pratiche commerciali di Chiara Ferragni e della sua società Tbs. Gli inquirenti hanno accusato l'influencer e altre tre persone di truffa aggravata per aver generato un ingiusto profitto grazie alla vendita del pandoro e delle uova di Pasqua.
La vicenda ha creato scalpore nella società italiana e ha portato alla luce le controversie sull'etica dei influencer e sulle loro pratiche commerciali. Chiara Ferragni è stata accusata di aver tratto un ingiusto profitto dalle vendite del pandoro e delle uova di Pasqua, nonché di aver violato le norme sulla pubblicità e sulla tutela del consumatore.
La Procura di Milano ha chiesto la chiusura delle indagini e, se non dovesse essere archiviata la vicenda, richiederà il rinvio a giudizio delle persone coinvolte. Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare memorie o farsi interrogare.
In conclusione, la vicenda è ancora in corso e non è ancora chiaro se Chiara Ferragni sarà Processata per truffa aggravata. Tuttavia, la sua difesa è convinta che la sua innocenza venga acclarata quanto prima e che la vicenda non abbia alcuna rilevanza penale.