Papa Francesco, fedeli in preghiera al Gemelli: “Essere qui è il minimo per il bene che ha fatto”
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Papa Francesco, fedeli in preghiera al Gemelli: “Essere qui è il minimo per il bene che ha fatto”

, fedeli in preghiera al Gemelli: “Essere qui è il minimo per il bene che ha fatto”

“Sono le 16:30 quando la pioggia smette di bagnare il cortile d'ingresso dell'ospedale Gemelli, dove è ricoverato da undici giorni. Un gruppo di fedeli si raduna attorno al monumento di Papa Giovanni Paolo II, per celebrare la funzione guidata dal vescovo Claudio Giulio Dori.

Durante la preghiera, le parole che si sentono sono: “Reggi Papa Francesco, sostieni quanti soffrono nel corpo e nello spirito”. Le mani dei devoti sono strette attorno ai rosari, i volti sono tesi e concentrici, pieni di preoccupazione e speranza. Gli occhi del mondo sono puntati sulla finestra del decimo piano dell'ospedale, dove riposa il Papa.

I telecamere dei giornalisti di ogni nazionalità ruotano attorno ai fedeli in preghiera, come dice Dario Russo, studente di medicina: “Siamo nell'occhio del ciclone”. Il campus medico del Gemelli ha un'aria diversa in questi giorni, c'è freneticità, ma Dario soggiunge: “penso che questo sia un momento da vivere attimo per attimo, lentamente, per stare vicini al Papa”.

Durante la funzione, i devoti recitano: “Ascoltaci, Signore, ascoltaci, O Signore, sostieni quanti soffrono nel corpo e nello spirito, ascoltaci, O Dio, che in Maria Madre del tuo figlio hai posto il segno della nostra difesa e del nostro aiuto”. Concedi a Papa Francesco di godere la salute del corpo e dello spirito, perché continui ad essere per la Chiesa testimone del tuo Vangelo di misericordia per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo. Per tutti i secoli dei secoli. Amè.

In quel piccolo essere qui, come essere qui in tutti questi momenti che stanno venendo organizzati per stare vicino al Papa, è il minimo che possiamo fare per ricambiare tutto ciò che ci ha dato durante questo suo pontificato, e che ci auguriamo potrà continuare a darci. Come diceva Michele: “Noi qui studiamo medicina. Quindi, se vogliamo, l'aspirazione di vita è un po' quella di aiutare il prossimo, indipendentemente da tutto. Credo che questo sia stato il cardine del pontificato di Papa Francesco”. Non possiamo che essere qui a sostenerlo e sperare che tutto vada per il meglio. Sì, la nostra presenza è per dire che anche noi giovani, noi comunità studentesca, siamo qui per lui, quel poco che riusciamo a fare, lo stiamo cercando di fare”.

Secondo Dario, il campus può sembrare frenetico, ma pensa che sia un momento da vivere attimo per attimo, lentamente, cercando di stare vicini al Papa. Alcuni devoti si sono persa pensieri sulla preoccupazione per la malattia di Papa Francesco. “C'è un po' di preoccupazione”, dice uno di loro, “ma anche una preghiera, una cosa di buono, che mentalmente diciamo le cose. È un grande Papa, veramente. Prima ci ho pensato, però, sto pregando e ho sentito che va meglio. Non tutte le cose vanno bene, ma almeno è una cosa di fiducia. C'è. Io tengo tanta fiducia”. Dio lo sa.


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