PATRYK JAKI DENUNCIA LO SCANDALO CHE PUÒ FAR CROLLARE L’EUROPA: URSULA NEL PANICO
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PATRYK JAKI DENUNCIA LO SCANDALO CHE PUÒ FAR CROLLARE L’EUROPA: URSULA NEL PANICO

PATRYK JAKI DENUNCIA LO SCANDALO CHE PUÒ FAR CROLLARE L'EUROPA: URSULA NEL PANICO

Ieri, al cuore del Parlamento europeo, è avvenuto qualcosa di enorme: Patrick Ghiacchi, un deputato che ha fatto della verità la sua missione, ha messo in discussione le fondamenta dell'Unione Europea con un coraggio estremamente raro. Con parole precise e taglienti, impossibili da fraintendere, ha denunciato la verità scomoda: i paesi che non si allineano alla linea imposta da Bruxelles vengono puniti, sia economicamente che politicamente e mediaticamente.

L'esempio è lampante: Ungheria e Slovacchia sono sotto sanzioni più pesanti di quelle applicate alla Russia. Yaki ha denunciato che l'Europa non difende più la democrazia, ma la manipola. Quando un popolo elegge un governo che non piace all'asse franco-tedesco, partono i ricatti: “Non vi piacciono le nostre politiche? Allora niente fondi europei. Non accettate la nostra redistribuzione obbligatoria? Allora sarete accusati di essere antidemocratici”.

Yaki ha anche sottolineato che lo stato di diritto viene invocato solo quando fa comodo. Quando un governo dissidente prende una decisione autonoma, viene accusato di violare i valori dell'Unione, ma quando emergono scandali in Francia, Belgio o Germania, c'è silenzio totale. Ha anche ricordato che Bruxelles ha dichiarato guerra finanziaria a Stati membri democratici, ma non ha mai applicato sanzioni strutturali per lo scandalo del Catargate, che ha coinvolto deputati europei accusati di prendere mazzette dal Qatar.

Yaki ha colpito nel vivo, spiegando che molte ONG apparentemente neutrali sono in realtà strumenti di potere usati per interferire nelle politiche interne degli Stati membri, senza controllo e senza trasparenza. Ha anche denunciato che la Commissione Europea usa lo stato di diritto come un'arma finanziaria e che la vera minaccia alla democrazia oggi non viene da governi sovranisti, ma dalla trasformazione dell'Unione in un organismo di controllo ostile, dove si punisce chi non si allinea.

Ha fatto un paragone durissimo, ma efficace: “Ieri i regimi comunisti usavano la censura per zittire la verità, oggi Bruxelles usa sanzioni economiche per ottenere lo stesso risultato”. Ha anche sottolineato che la leadership tedesca è il vero volto della codardia europea e che l'industria tedesca continua a espandersi, acquisisce infrastrutture italiane e controlla pacchetti decisionali in silenzio, mentre al popolo italiano si chiede di fare sacrifici.

Yaki ha anche ricordato il caso di Gerard Scruder, ex cancelliere tedesco oggi diventato simbolo vivente di un'Europa comprata da interessi esterni. Ha detto chiaramente: “La situazione in cui ci troviamo oggi è il risultato di questo sistema e voi deputati non fate nulla”.

In sintesi, Yaki ha denunciato un sistema marcio, dove la democrazia è manipolata, lo stato di diritto è usato come arma finanziaria e le ONG sono strumenti di potere. Ha chiesto controllo totale su tutte le ONG, trasparenza finanziaria obbligatoria e fine dell'impunità. Ha anche sottolineato che il popolo italiano non può più permettersi di ignorare quello che succede nei palazzi dorati di Bruxelles, mentre i nostri settori produttivi affondano sotto il peso delle normative ambientali decise a tavolino.

In conclusione, Yaki ha fatto una scelta di coraggio e di verità, contro il silenzio e l'ipocrisia. È il momento di scegliere: silenzio o coraggio, allineamento o libertà, ipocrisia o verità. Il popolo italiano deve alzare la voce, non per rompere o isolarsi, ma per dire con forza che non siamo sudditi, siamo cittadini europei con pari dignità e non accetteremo mai più di essere trattati come un problema solo perché non accettiamo un ordine che ci viene imposto.


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