“Per il 70% degli italiani ok a un'imposta Ue su grandi patrimoni”: l'indagine di Oxfam
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“Per il 70% degli italiani ok a un'imposta Ue su grandi patrimoni”: l'indagine di Oxfam

“Per il 70% degli italiani ok a un'imposta Ue su grandi patrimoni”: l'indagine di Oxfam

Ecco la traduzione in italiano delle 800 parole:

“Per il 70% degli italiani ok a un'imposta UE su grandi patrimoni”: l'indagine di Oxfam, è oggi rispettato solo un quinto degli italiani l'articolo 53 della nostra Costituzione. Più di sette italiani su dieci percepiscono che negli ultimi 5 anni sono aumentate le disuguaglianze, aumentati i divari tra la società italiana da nord a sud nei servizi sanitari, nei redditi, nei patrimoni. Il sistema fiscale in Italia è iniquo, lo è poco o per niente per l'85% della popolazione italiana, questa percezione è trasversale all'elettorato, concordano gli elettori tanto di centrodestra quanto di centrosinistra.

Quando si chiede cosa sono le più forti disuguaglianze fra gli italiani, l'83% dice il reddito, al secondo punto l'accesso ai servizi sanitari. La riforma fiscale del governo Meloni ha avuto una grande suggestione ridurre le imposte per tutti, non attecchisce il messaggio “meno tasse per tutti”. Solo un cittadino italiano su quattro preferirebbe un intervento fiscale all'insegna di questo obiettivo, rispetto a due dei nostri concittadini che ritengono invece prioritario e preferibile un riequilibrio complessivo.

Sette su dieci sarebbero oggi favorevoli a un'imposta europea sui grandi patrimoni. In teoria si applicherebbe da appena lo 0,1% della popolazione, circa 50.000 cittadini su 60 milioni italiani, quindi una percentuale davvero di super ricchi.

Quanto a un'imposta europea sui grandi patrimoni, come quella che Oxfam propone con la sua campagna “la grande ricchezza”, il supporto dei cittadini italiani è amplissimo. Un'imposta patrimoniale sulle grandi fortune non è un tabù in Italia oggi, troviamo una maggiore propensione nei partiti di centrosinistra, sinistra, Verdi, al 94%, PD, all'86%, Movimento 5 Stelle, quasi 9 su 10, all'88%.

Si abbassano ai partiti di centrodestra, direi che si spaccano a metà. Interessante osservare come sia minoritaria l'idea che un'imposta del genere possa essere prodromica di imposte patrimoniali generalizzate. 50.000 contribuenti in Italia, particolarmente ricchi, oggi pagano in proporzione meno tasse del resto dei cittadini.

La riforma fiscale del governo sta allargando le disuguaglianze. Noi dobbiamo restituire equità al sistema fiscale. Si allarga la fuga dall'IRPEF, non si affronta il nodo enorme dell'evasione fiscale, da ultimo concordato preventivo biennale che sta diventando un grande condono per chi le tasse non le ha pagate.

La nostra forza da molti anni a questa parte porta avanti questa tesi per combattere la diseguaglianza: devi anche e soprattutto intervenire sulle retribuzioni, su quelle grandi accumulazioni di capitale e di rendita. Sì, quanto è stato difficile parlare di patrimoniale sulle grandi ricchezze.

Le grandi società hanno accumulato pensiamo alle banche nel 2023, 27 miliardi di euro di extra profitti, pensiamo alle società energetiche, farmaceutiche, l'industria militare. E in Italia, abbiamo 62 persone fisiche che da sole concentrano 230 miliardi di dollari di patrimonio.

Il comitato che dovrebbe occuparsi dei livelli essenziali delle prestazioni starebbe pensando di differenziare sul costo della vita, poi lo sapete, questa cosa che significa le gabbie salariali. Io credo che lavorare per la distribuzione della ricchezza debba essere il primo punto programmatico della futura coalizione Democratica.

La proposta di una tassazione sui grandi patrimoni è parte del programma politico del Partito del Socialismo Europeo. Dobbiamo spostare il fuoco della tassazione in questo paese dal lavoro sul patrimonio e partendo da una proposta del genere che non è affatto solo simbolica, è una proposta di equità sociale, è un punto su cui il Movimento 5 Stelle dibatterà la Costituente.

È fatta proprio per focalizzare determinati temi che possono essere la prospettiva del Movimento 5 Stelle e la scala Nazionale presenti una serie di criticità. Non è un caso se 12 paesi europei avevano l'imposta patrimoniale progressiva nazionale nel 1990, si sono ridotti a tre. Fuga di capitali, la scala Europea dei 27 paesi dell'Unione.

Io credo che sia la scala territoriale più efficace. Penso che si debba rischiare. Lo dico innanzitutto a noi come Movimento 5 Stelle e a chi vuole costruire un campo progressista.

Sono d'accordo anche col senatore Misiani sulla perimetro per evitare fughe di capitali e quant'altro, progressi in ambito di Cooperazione amministrativa in materia fiscale, ce ne sono stati tanti. Abbiamo bisogno di potenziare procedure già esistenti, inglobare nuovi asset come per esempio la proprietà immobiliare, su cui si possono avere scambi di informazioni fra autorità fiscali nazionali.

Questo permetterebbe quantomeno di allentare il pericolo della fuga di capitali. La Scala Nazionale potrebbe ancora funzionare, esclude per il Partito Democratico l'ipotesi di creare, appunto, una tassazione sui grandi patrimoni anche a livello nazionale, riteniamo che la Scala Europea sia quella più efficace per rendere effettiva questa Imposta.

Su scala Nazionale, nulla è necessario lavorare per una tassazione sui grandi patrimoni. Sono convinto che anche Partito Democratico Movimento 5 Stelle capiscano che quella è la strada da perseguire.”


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