Il mistero di "Dio non ama il mare" nel film "Parthenope" di Paolo Sorrentino
Il nuovo film di Paolo Sorrentino, "Parthenope", è stato accolto con entusiasmo da alcuni e con freddezza da altri. La critica e il pubblico si sono divisi su questo progetto, creato dal regista premio Oscar, noto per film come "La grande bellezza". Tuttavia, "Parthenope" ha goduto di successo al botteghino e non solo, generando molte domande sul suo significato.
La trama del film segue la vita della protagonista, Partenope, una donna bellissima e intelligente, nata in mare, che racconta la sua storia d'amore e di malinconia, passando dalle sue gioie adolescenti ai momenti chiave della sua vita personale e professionale. La città di Napoli è un personaggio ricorrente nel film, che viene descritta in un monologo affidato all'attrice Greta Cool (Luisa Ranieri).
La frase che ha preso di mira quest'opera è "Dio non ama il mare", pronunciata da Peppe Lanzetta, che interpreta il cardinale Tesorone, figura dalla critica (e non solo). Ma cosa significa? Dopo Dopo aver visto il film, ci si chiede come abbia creato un senso di confusione e mistero.
La chiave del significato
Iniziamo dal mito di Partenope, la sirena che amava Ulisse ma, consapevole di non poterlo conquistare, si imbottava di disperazione e si faceva trascinare dal mare insieme con il suo corpo, che poi si dissolveva formando la città di Napoli. Questo mito suggerisce che il mare sia un luogo di sofferenza e di perdita.
La frase "Dio non ama il mare" potrebbe essere una chiosa per rassomigliare le sofferenze di Partenope, che nasce in mare, vede morire il fratello, e poi associa il ricordo di lui con la profonda pena della perdita.
La città di Napoli
Secondo un'altra interpretazione, "Dio non ama il mare" potrebbe essere un giudizio sulla città di Napoli, che è al centro del monologo dell'attrice Greta Cool. La frase potrebbe essere un'invettiva contro la città e i suoi abitanti, che hanno contribuito al suo declino.
La malattia del figlio del professore
Una scena chiave del film è quella in cui il professor Marotta mostra a Partenope il figlio per la prima volta. La protagonista entra nella stanza e vede una figura esagerata e improbabile, come un'interpretazione generica di una disabilità invalidante. Questo potrebbe essere un modo per rappresentare "Dio non ama il mare", come Dio che ha deciso di togliere la bellezza e la gioia dal mare e dalla sua creazione, per compensare tanta bellezza con infelicità.
Le parole del regista
Paolo Sorrentino spiega che la frase è nata casualmente da un incontro con il pubblico, mentre era in possesso di una frase che aveva appena scritto su un fascicolo, e che non sapeva cosa significava. Il regista ammette che i film non hanno lo scopo di fornire risposte, ma piuttosto di porre domande e di generare discussioni.
"In definitiva, ‘Dio non ama il mare' può avere diverse interpretazioni, a seconda della lettura dello spettatore. Il mio compito èritersi storie che pongono domande, e questo è ciò che i film sono sempre stati destinati a fare: porre domande e piacere aiutando gli spettatori a porsi le stesse domande."