Perché in Parlamento si sta facendo un’indagine per eliminare l’ora solare
Recentemente, una petizione ha raccolto oltre 352.000 firme di cittadini italiani che chiedono l’abolizione dell’ora solare e il mantenimento esclusivo dell’ora legale. Questa richiesta ha trovato spazio anche in Parlamento, dove è stata avanzata una proposta per un’indagine conoscitiva sui benefici di mantenere l’ora legale per tutto l’anno.
L’indagine, se approvata, analizzerà gli effetti di un’ora legale permanente sull’economia, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, utilizzando studi esistenti e ascoltando gli esperti del settore. I promotori di questa iniziativa, tra cui il deputato della Lega Andrea Barabotti, sostengono che rendere l’ora legale permanente potrebbe comportare un taglio delle emissioni di CO2 fino a 200.000 tonnellate all’anno e risparmi energetici significativi.
Tuttavia, c’è un ostacolo significativo: l’Italia, da sola, non può decidere di eliminare il cambio dell’ora. Dal 2002, tutti i paesi dell’Unione Europea devono seguire le stesse regole sul cambio dell’ora per evitare il caos nel mercato interno e garantire la coordinazione dei treni, della logistica e delle comunicazioni.
Sebbene la Commissione Europea abbia presentato una proposta di direttiva per abolire i cambi d’ora nel 2018 e il Parlamento europeo l’abbia approvata nel 2019, il Consiglio dell’Unione Europea non ha ancora fatto altrettanto. Ciò significa che gli Stati membri non possono decidere autonomamente di annullare il cambio dell’ora e di adottare un orario diverso rispetto agli altri paesi.
In sintesi, anche se l’Italia dovesse approvare una proposta di legge per mantenere l’ora legale, non potrebbe implementarla senza un cambiamento a livello europeo. Tuttavia, la proposta di legge potrebbe essere utilizzata per fare pressioni nell’Unione Europea o come normativa pronta per quando la situazione cambierà a livello europeo.

