Perché la caduta di El Fasher ridisegna la mappa della guerra civile in Sudan
La situazione in Sudan è critica a causa della guerra civile in corso dal 2023. Le milizie delle Rapid Support Forces (RSF) hanno conquistato la città di El Fasher, l'ultima roccaforte dell'esercito sudanese nel Darfur. La città era sotto assedio da 18 mesi e la popolazione civile era allo stremo. Le immagini che arrivano dal Sudan sono agghiaccianti, con esecuzioni sommarie di civili, stupri e violenze su base etnica.
La guerra civile è scoppiata nel 2023 tra l'esercito regolare sudanese, guidato dal generale Abdel Fatta Al Burhan, e le RSF, guidate da Mohamed Amdan da Galo. Entrambe le fazioni sono state accusate di violenze terribili e crimini contro l'umanità.
La comunità internazionale ha chiesto un immediato cessate il fuoco e ha lanciato un appello affinché tutti i paesi influenti nella regione smettano di vendere armi alle due fazioni in guerra. Tuttavia, la situazione è resa ancora più complessa dalla presenza di interessi economici, in particolare legati all'estrazione dell'oro, che alimenta il conflitto.
Il Sudan è ricco di minerali preziosi e la rete mineraria è ciò che al momento alimenta economicamente il conflitto. L'oro estratto in Sudan esce spesso dal paese illegalmente e finisce in raffinerie di Dubai. Gli Emirati Arabi Uniti, il Chad, la Libia e l'Etiopia sono considerati tra i principali sostenitori delle RSF, mentre l'Egitto è considerato vicino all'esercito regolare.
La situazione in Sudan è considerata una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, con 150.000 civili morti, 14 milioni di persone sfollate e intere regioni ridotte alla fame. La comunità internazionale è stata criticata per non aver fatto abbastanza per fermare il conflitto e proteggere la popolazione civile.

