Perché la mossa di Meloni sul riconoscimento dello Stato di Palestina è solo una tattica
Giorgia Meloni, il premier italiano, ha annunciato che la maggioranza presenterà in Aula una mozione per riconoscere lo Stato di Palestina, ma con due condizioni precise: il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e la sua esclusione da qualsiasi futuro governo nella Striscia di Gaza. Tuttavia, questa mossa potrebbe essere solo un escamotage per allentare la pressione sul governo dopo la mobilitazione per Gaza e per mettere in difficoltà le opposizioni.
In passato, Meloni aveva espresso la sua riluttanza a riconoscere la Palestina, definendolo “una mossa controproducente” perché potrebbe legittimare Hamas. Tuttavia, dopo che diversi paesi hanno deciso di riconoscere la Palestina, il governo italiano sembra averci ripensato. Ma non si tratta di un atto concreto di riconoscimento, bensì di un impegno con riserva, che potrebbe essere un modo per dire “lo riconosceremo, forse più avanti”.
La pressione per il riconoscimento della Palestina è crescente a livello internazionale, con paesi come Regno Unito, Canada, Australia, Francia, Portogallo e Malta che hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina. La mobilitazione in Italia per Gaza è stata enorme, con centinaia di migliaia di persone che hanno protestato contro il genocidio dei palestinesi e contro l'operato di Netaniahu.
Tuttavia, Meloni continua a credere che il riconoscimento della Palestina senza uno stato che abbia requisiti di sovranità non risolve il problema e non produce risultati tangibili e concreti per i palestinesi. Le condizioni poste dall'Italia non sembrano realizzabili nel breve periodo, e la mossa di Meloni potrebbe essere solo una tattica per silenziare le polemiche e per sfidare i partiti di centrosinistra.
Le opposizioni hanno già risposto parlando di una “presa in giro” e di un'azione di propaganda da parte del governo. La soluzione di comodo potrebbe servire a mantenere gli equilibri con gli alleati, sia interni che esterni, ma il rischio è che quando la decisione di riconoscimento sarà presa, in Palestina non ci sarà più nulla da riconoscere.
