Perché le app spia sui cellulari non sono fuorilegge?
Il governo e il parlamento non stanno prendendo misure per vietare gli spyware come Paragon, nonostante gli abusi commessi con questi strumenti di spionaggio. La motivazione è che li ritengono utili per le indagini contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Nessun partito ha chiesto la messa al bando di questi software o ha presentato proposte di legge per limitarne l'uso. La Commissione parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sostiene che il problema non sono gli spyware, ma le app come WhatsApp che avvisano i cittadini che sono stati spiati.
Sembra che il governo e il parlamento siano più interessati a controllare l'uso di questi strumenti di spionaggio piuttosto che a proteggere i diritti dei cittadini. La relazione del Copasir suggerisce di individuare soggetti istituzionali che possano verificare la legittimità di eventuali manovre intercettive prima di comunicarlo agli utenti. Ciò significherebbe che il governo potrebbe essere avvisato prima delle vittime di spionaggio, dando loro il tempo di costruire una versione perfetta per evitare guai.
Il caso Paragon non è un'eccezione, ma fa parte di una serie di casi in cui gli spyware privati sono stati utilizzati per spiare illegalmente giornalisti, attivisti e oppositori politici. La tentazione di utilizzare questi strumenti di spionaggio sembra essere troppo forte, anche in una democrazia matura come l'Italia.
L'unica speranza è che i giganti tecnologici come Meta, Apple e Google continuino ad avvisare i bersagli illegittimi dell'attività di spionaggio, nonostante i governi non vorrebbero che lo facessero. Tuttavia, la cena alla Casa Bianca con il presidente Trump e i CEO di questi giganti tecnologici fa sorgere dubbi sulla loro indipendenza e sulla loro volontà di proteggere i diritti dei cittadini.
In sintesi, il governo e il parlamento non stanno facendo abbastanza per proteggere i diritti dei cittadini contro gli abusi degli spyware, e l'unica speranza è che i giganti tecnologici continuino a fare il loro dovere di proteggere la privacy dei loro utenti.
