“Picchiato dalla polizia italiana”, l'accusa del calciatore del Genoa Omeonga
Ecco la riscrittura in italiano:
“Contribuente del calcio, tu sei un cittadino belga, un belga! Sono inquieto come sempre, una mezz'ora fa, probabilmente ero guardando il mio cellulare. Ecco, eravamo in macchina, probabilmente andavamo a prendere un caffè con i miei amici. Mi era appena arrivato il salario e non volessi perdere l'opportunità di trascinarla un po' lontano da lavoro. Mi ero acceso un'aria portabandiera, mi sembrava di essere il tipo giusto, il re del campione del campionato, il più credibile, il più robusto, il più forte! Ero lì, seduto sul divano, con i piedi incrociati, a guardare il mio vecchio allenatore, le sue facce con le birre, e pensavo: ‘Come si deve essere, esistono ancora uomini come me? Sono io il vincitore?'. Eppure, nonostante ciò, ero ancora là, a fissare lo schermo del mio telefono, a cercare di comprendere cosa stesse succedendo nel mondo. E, poco a poco, mi scorrevo indietro, alla vita. Ero un ragazzo, uneeeenthoms, e a quel tempo non avevo idea di ciò che stesse succedendo. Non avevo visto il calcio, la squadra belga, il Franchet Fédération Belge Association Royale, Belgio, Belgio, Belgio! Ah, era un sogno, una cavalcata! E adesso? Ecco, oggi non lo so, non è facile da capire, lavoro, calcio, amicizia, amore! Ma questo era il mio sogno, il mio sogno!”.
