Pier Paolo Pasolini, un agguato partito da Roma
Mauro Valentini, un giornalista e scrittore, ha una teoria sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Secondo lui, Pasolini è stato messo in trappola già a Roma e l'incontro con Pelosi non è stato casuale, ma un agguato costruito con precisione. Valentini non crede alla versione ufficiale dell'incontro e pensa che Pasolini sia stato portato a Ostia per essere ucciso.
Valentini fa una deduzione logica, chiedendosi perché Pasolini avrebbe dovuto fare 30 km per andare in un posto isolato e pericoloso con un ragazzo. Sostiene che Pasolini aveva tutte le risorse per fermarsi molto prima e che l'assalto dev'essere stato ordito da una commissione tra estrema destra e altri poteri deviati.
Secondo Valentini, l'assassinio di Pasolini potrebbe essere collegato al libro “Petrolio”, che Pasolini stava scrivendo al momento della sua morte. Il libro trattava della morte di Enrico Mattei, un importante uomo d'affari italiano, e Valentini pensa che Pasolini potrebbe aver scoperto qualcosa di importante e quindi essere stato ucciso per questo.
In sintesi, la teoria di Valentini è che Pasolini sia stato ucciso a causa della sua capacità di scoprire i misteri d'Italia e di muoversi nei meandri del potere deviato. L'assassinio sarebbe stato un'azione concertata tra estrema destra, servizi segreti deviati e manovalanza criminale romana.

