Processo Regeni, Varricchio cambia versione: “Sempre più evidente che c'è qualcosa di poco chiaro”
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Processo Regeni, Varricchio cambia versione: “Sempre più evidente che c'è qualcosa di poco chiaro”

Processo Regeni, Varricchio cambia versione: “Sempre più evidente che c'è qualcosa di poco chiaro”

Ecco la riartonazione del testo in italiano:

“L'ambasciatore Varricchio cambia versione: “Sembra sempre più evidente che c'è qualcosa di poco chiaro”. Abbiamo ricevuto una mail dall'ambasciatore Varricchio il 12 febbraio 2025, a margine della mia audizione di ieri mattina, quindi del giorno successivo del presente dibattimento. In corso del dibattimento, mi è stato richiesto di ricostruire ciò che feci tra il 28 e il 31 gennaio 2016.

Ritengo opportuno precisare che, solo dopo l'udienza, consultando le mie agende, ho verificato di essere partito dall'Italia il 26 gennaio 2016 per il Giappone per partecipare alla riunione dei rappresentanti personali dei capi di stato e di governo del G7, e di essere rientrato a alla fine dei lavori il 31 gennaio 2016, in serata. Dopo quel momento, ho potuto occuparmi personalmente della tragedia vicenda in stretto raccordo con la Farnesina, l'ambasciata al Cairo, tenendo costantemente informato il Presidente del Consiglio e della Corte per qualunque chiarimento.

Distanzi saluti, Armando Varricchio.

Sembra che ci sia qualcosa di diverso rispetto a quanto riferito la scorsa volta. In effetti, le dichiarazioni rese dalla scorsa udienza dal testimone relative alle attività intraprese di relazione con la Farnesina e con i propri uffici sono state come minimo diversi rispetto a quanto ha comunicato e ha appena letto e comunicato. Pertanto, la procura chiede fin da ora la trasmissione di questa nota alla Procura per la valutazione di competenza in ordine alla posizione dell'ambasciatore Varricchio.

Grazie. Siamo in totale contrasto con quanto dichiarato la Corte, a fronte della richiesta di trasmissione al Procura della Repubblica, ordina di procedersi. Disponiamo altresì l'acquisizione di una relazione dettagliata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Questo cambio di versione annunciato con una nota da parte dell'ex consigliere diplomatico di Renzi, Varricchio, segna che prospettive apre da questo punto di vista. C'è stata anche la richiesta di invio degli atti in procura.

Siamo rimasti basiti. Perché insomma, abbiamo ascoltato la testimonianza di Varricchio la settimana scorsa. Eh, era una testimonianza in cui si dava atto di diverse cose. Ad esempio, sulla mia domanda, aveva risposto di avere avuto la nota del 28 gennaio dall'ambasciatore Massari in mano, aveva detto di avere interloquito addirittura aveva dato atto di un'altra nota precedente del 25, sera, in cui si riferiva sempre la massima attenzione riguardo alla situazione di Giulio, per il giorno in cui era stato preso, e dei suoi contatti, eccetera. Insomma, un'esposizione che, per quanto un po' recalcitrante, comunque aveva dato conto di una serie di sue azioni.

Oggi viene fuori che ha consultato le agende e non era a , era in Giappone, e che quindi si è occupato di Giulio soltanto dal 31 sera. È chiaro che queste due dichiarazioni sono in netto contrasto l'una con l'altra. E quindi era doveroso l'invio degli atti alla Procura, per valutare l'ipotesi di falsa testimonianza. Poi non avevamo notizia del fatto che l'ambasciatore Varricchio fosse al G7 in Giappone, e quello che appunto è stato detto oggi è stato riferito con la lettura della sua nota è stato chiesto la l'esibizione della relazione relativa a questa sua eventuale missione in Giappone.

Abbiamo chiesto anche che venga ordinata l'esibizione di tutti i messaggi, note che abbiano ad oggetto la sparizione di Giulio e il ritrovamento del corpo di Giulio dal 25 al 3, sia interno a Palazzo Chigi sia tra Palazzo Chigi e Farnesina. È sempre più evidente che c'è qualcosa di poco chiaro su quel che è successo in quei giorni.

Ecco stato anche fissata la testimonianza anche di Claudio Scalzi dell'Eni per il 27 maggio. Ecco sarà un'altra tappa fondamentale. Speriamo che sia la volta buona. Perché abbiamo bisogno di chiedergli e di sapere da lui delle cose.”


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