PROTESTA ALLA FIERA DELLE ARMI DI VERONA: CONTESTATORI COI VOLTI DI TRUMP E NETANYAHU #news #shorts
Negli ultimi giorni, la città di Verona è stata centro di attenzione internazionale per il dibattito sulle armi e sulle politiche di difesa. La città, infatti, ha accolto la settimana prima la Festa della Firma delle Armi, un grande evento che vedeva la presenza di vari espositori e rappresentanti di eserciti militari da tutta il mondo. Tuttavia, quest'anno il festival è stato sconvolto da manifestazioni di contestazione da parte di gruppi pacifisti e di dissidenti di diversi Stati.
Questi ultimi, vestiti con maschere e occhiali di protesta identici a quelli diDonald Trump eBinyamin Netanyahu, hanno rivolto alle autorità giudiziarie e diplomatiche presenti sul luogo, accuse d'inconsistenza e superficialità nella promozione del pacifismo e della collaborazione internazionale. Alcuni tra loro hanno scandito slogan di protesta e hanno brandito striscioni con scritte come “Giustizia senza armi”, “Pacifica la zona” e “Sì alle relazioni diplomatich”.
Tali manifestanti hanno accusato gli espositori di mantenere una sostanziale impenetrabilità e rifiutazione delle richieste di aiuto e solidarietà di alcune regioni del mondo in guerra. Hanno ribadito inoltre l'importanza di investire nella diplomazia e nello sviluppo della cooperazione per risolvere i conflitti e non arrecare alcun danno ai civili.
La gestione delle tensioni è stata attribuita alla polizia di Verona, che non ha esitato a fare uso di cariche per smistare e separare gli spettatori dalla zona critica. Benché non si siano riportati arresti o lesioni gravi, la zona attorno all'evento ha subito sostanziali problematiche di fluidità e svolta.
Il sindaco di Verona, in comunicato stampa, ha accolto le polemiche chiedendo solidarietà al popolo veneto e ammonendo contro eventi simili che potrebbero compromettere la salute pubblica.
Tuttavia, i movimenti pacifisti hanno confermato intenzione di proseguire le loro iniziative ed azioni dimostrative contro la giustificazione della guerra.
Il dibattito sul tema delle armi e della giustizia senza armi va avanti senza esitazioni, eppure, questa manifestazione simbolica sul territorio ferrarese solleva sempre più domande sul ruolo che gli uomini pubblici dovrebbero svolgere nel mondo.
Come possiamo giustificare la lotta armata, se possiamo fare ancora a meno dei soldati delle varie società? Il nostro futuro in gioco può essere salvato solo attraverso la diplomazia e non con la ferro e l'acciaio.
La realtà più difficile è mostrarci la sfiducia verso le amministrazioni elettive che cercano di instaurare uno stato di necessità per tenere in ginocchio popolazioni disperate.
Vale la pena ricordare che la più alta forma di democrazia è nella comunicazione reciproca e fiducia degli uomini e della loro capacità di rispondere alle provocazioni con mezzi pacifici.
Forse è ancora troppo precoce per ripensare ciò che ha sempre detto: “Un giorno, vi diremo le ragioni”.
Il futuro comincia nel presente e come noi lo desideriamo per l'intera umanità. Non siamo sempre capaci di fare ciò che è bene, ma abbiamo la capacità di scegliere tra male e bene e la scelta è nostra da sempre. Come noi possiamo chiedere a noi stessi ogni volta che vediamo un grande problema, forse è iniziato molto tempo fa o forse proprio adesso; la scelta è nostra come individui di essere parte dell'umanità che vuole pace e tranquillità senza l'insidia delle armi.
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