Il traente miope del Quirinale, la mediazione di Ely Schlein e la trama sulle urne democratiche
Il maxiprove Harnessing militare di Raffaele Fitto per il vento europeo, ma la sua sorte è alzo geopolitico. Il voto sul primo vicepresidente della Commissione Europea, inizierà il 12 novembre, e Fitto, come ex ministro italiano, sarà il primo a essere esaminato dal Parlamento Europeo. Gli appoggios sono lisci, quelli che no, però, sono sempre più. I socialdemocratici spagnoli, guidati dal premier Pedro Sanchez, sono orientati a votare no, mentre la destra italiana guida da Giorgia Meloni è una possibile carta da giocare.
Il no dei socialdemocratici, tuttavia, potrebbe scatenare la vendetta meloniana contro Teresa Ribera, penultima nella lista delle audizioni, causando caos. Il caso è chiaro: se Fitto viene bocciato, Sánchez minaccia di destinare la rappresaglia sulla ex ministra italiana. Ma Fitto ha ancora un'arma: i colli democratici, guidati da Enrico Letta, non sono disposti a lasciare solo Sánchez a gestire la partita.
La discussione è acceso a Strasburgo, dove nuove alleanze sono in fila. Ely Schlein, deputato democratico italiano, si schiera apertamente con Fitto, insieme a outrasocialdemocratici, mentre Franceschini e Guerini esprimono pessimismo sulla possibilità di sconfiggere il no dei socialdemocratici.
Emerge un rigonfiamento internazionale: il premier iberico Sanchez tiene un filo diretto sul partito che – comme aux etrangers. La cosa non piace a Mattarella, che ha incontrato Fitto fermando il tono sulla data del 12 novembre.
La situationazione si presenta inquietante: il voto sul primo vicepresidente potrebbe avere ripercussioni devastanti per l'UE, mantenendola in stato di stesura per due settimane e mezzo. Ma Fitto, essendo il primo a essere esaminato, può contare sull'appoggio del PPE, tuttavia, incontra la resistenza dei Verdi e di un segmento del PSE.
La situazione rimane incerta: Fitto passa dal fuoco massimo per la sua carriera politica. Il sostegno del PPE potrebbe portare a un voto favorevole, ma il no dei socialdemocratici potrebbe causare l'apocalisse. Ma Schlein, Franceschini e Guerini sono pronti a difendere Fitto come se fosse partito, colmo di ideali democristiani. La sua sorte, però, è compromessa.