Qual è la verità sui dati dell'occupazione in Italia e cosa non torna nel racconto di Meloni
Il governo italiano guidato da Meloni sta celebrando la disoccupazione al livello più basso dal 2007 e l'aumento degli occupati, ma la realtà del mercato del lavoro italiano è più complessa e fragile di quanto sembri. Sebbene il tasso di disoccupazione sia sceso al 6% e il numero degli occupati sia salito a 24.217.000, con 218.000 lavoratori in più rispetto a un anno fa, ci sono ancora molti problemi irrisolti.
Innanzitutto, il numero degli inattivi, ovvero coloro che non cercano lavoro, è aumentato di 30.000 rispetto al mese precedente, il che segnala una fragilità del mercato del lavoro. Inoltre, l'aumento degli occupati ha riguardato principalmente gli over 50, che hanno registrato una vera e propria impennata rispetto a tutte le altre fasce della popolazione.
Un altro aspetto fondamentale è che le donne sono state completamente escluse da questo trend positivo, con l'occupazione femminile che non è cresciuta affatto, anzi è diminuita. Inoltre, le categorie come gli autonomi, ovvero liberi professionisti, commercianti e imprenditori, sono state penalizzate.
Un'altra questione fondamentale è quella degli stipendi, che in Italia sono tra i più bassi tra quelli dei paesi del G7 e del G20. Secondo l'Oxe, l'Italia ha registrato il calo più significativo dei salari reali tra tutte le principali economie dell'Oxe tra il 2021 e il 2025. Ciò significa che, anche quando c'è lavoro, rimane povero, con stipendi bassi e un potere d'acquisto delle famiglie altrettanto basso.
In sintesi, il mercato del lavoro italiano è ancora caratterizzato da molte criticità, tra cui la precarietà, la scarsa produttività e la penalizzazione di alcune categorie, come le donne e i liberi professionisti. Il governo dovrebbe guardare in faccia la realtà e affrontare questi problemi, invece di celebrare solo i segnali positivi.
