Quarant'anni fa usciva 'Songs from the Big Chair' dei Tears for Fears, un discone progressive pop
È evidente che tra il 1981 e il 1986 stava avvenendo qualcosa di epocale nel mondo della pop music. Cito solo alcuni titoli: Vienna degli Ultravox, Hounds of Love di Kate Bush, Rio dei Duran Duran, The Colour of Spring dei Talk Talk, Remain in Light dei Talking Heads e, infine, l'oggetto di questo articolo: Songs from the Big Chair dei Tears For Fears, in questi giorni fresco quarantenne. Cosa univa questi album destinati a lasciare il segno da molti punti di vista? L'idea di un pop “allargato”. O meglio, progressivo.Attenzione, quando si usa tale termine bisogna esser cauti. Non va infatti inteso (unicamente) nel senso di prog (termine che, già di per sé, racchiude una semplificazione non sempre positiva), di cambi di tempo, Moog, Mellotron e cavalcate rock sinfoniche….