quattro arresti a milano per un mega furto di dati da banche dati: spiati politici e imprenditori…
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quattro arresti a milano per un mega furto di dati da banche dati: spiati politici e imprenditori…

La banda hacker che vendeva i segreti a politici e imprenditori

La Procura di ha smantellato un network di hacker e consulenti informatici che avevano violato banche dati nazionali e venduto informazioni riservate a politici, imprenditori, VIP e giornalisti. L'indagine, coordinata dai vertici dell'antimafia milanese, ha portato a quattro arresti domiciliari, due interdittive personali e al sequestro di diverse società.

I principali indagati sono Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera , e Carmine Gallo, ex poliziotto in pensione e socio di minoranza della società Equalize, agenzia privata di intelligence con sede a Milano. La società è stata accusata di associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistemi informatici.

Gli investigatori hanno individuato una serie di banche dati strategiche nazionali che sono state vulnerabili al furto di informazioni, tra cui l'SDI, lo SIV, l'ANPR, l'INPS e la banca dati del Ministero dell'Interno. Gli hacker hanno rubato informazioni anagrafiche, sanitarie, finanziarie e contributive, nonché su precedenti penali e di polizia di privati cittadini.

La Procura ha chiesto misure cautelari per Empoli, uno dei principali accusati, ma il giudice di pace Fabrizio Filice ne ha concesse molte meno di quanto chiesto. Pazzali non è stato oggetto di misure cautelari, mentre Gallo è stato messo agli arresti domiciliari.

L'indagine ha visto coinvolta anche una magistrata presiede una sezione della Corte d'Appello, accusata di accesso abusivo a un sistema informatico. La Procura di Milano ha stroncato anche una seconda falla nel sistema, compromesso da accesos abusivi da parte del tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, che aveva violato il sistema informatico che custodisce le Sos, le “Segnalazioni di operazioni sospette”.

L'accesso abusivo a banche dati può portare a un mercato delle informazioni e a ricatti. Il procuratore capo della Procura di Milano, Marcello Viola, ha definito il caso “più grave” di quello emerso nell'indagine umbro, poiché a Milano è stato individuato un vero e proprio mercato dei dati.

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