Questi picchiatori destrorsi sono soltanto manovalanza. Il problema vero è un altro
Ho molto rispetto per il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, che da anni vive sotto scorta perché insiste a esplorare le lande barbariche dove si aggirano i nostalgici del nazi-fascismo. Non uso il termine “neo” (fascismo) perché in queste enclaves di una monomania retroversa e tossica, in cui si praticano riti che sarebbero liquidabili come grotteschi e risibili se non risultassero legati a una storia che gronda sangue, di nuovo non c’è proprio un bel nulla.
Dal rimpianto di un duce mascelluto, la cui retorica accompagnata da gestualità gigionesche nascondeva una sostanziale inadeguatezza, diventata rovinosa nel momento in cui affrontava in maniera disastrosa la prova del Secondo Conflitto Mondiale, ai saluti e agli slogan caricaturali che vorrebbero testimoniare…