qui non siamo in grado di gestire i siti nucleari ‘spenti’, figuriamoci cosa succederebbe con le …
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qui non siamo in grado di gestire i siti nucleari ‘spenti’, figuriamoci cosa succederebbe con le …

Il caso di un operaio contaminato dal plutonio in un laboratorio di solleva preoccupazioni sulla gestione dei siti nucleari “spenti”. L'uomo, un dipendente di 59 anni del Centro ricerche Casaccia, è stato coinvolto in un evento di contaminazione interna mentre lavorava con rifiuti radioattivi. Nonostante il caso risalga a nove giorni fa, il Ministero dell'Ambiente non era stato avvisato dalla Società SOGIN, il gestore del sito, finché non è intervenuto Repubblica per chiedere una ricostruzione rigorosa degli eventi.

L'uomo, addetto alla gestione di rifiuti radioattivi, ha riportato una contaminazione alle mucose e, nonostante le sue condizioni di salute siano buone, è stato sospeso da ogni attività che lo metta in contatto con le radiazioni per tre mesi. Il caso ha sollevato il dibattito sulla sicurezza nucleare e sull'efficacia delle misure di controllo.

La SOGIN, in una nota, ha minimizzato l'incidente, affermando che si è trattato di “contaminazione interna” e che non c'è stata qualsiasi contaminazione dell'ambiente esterno. Tuttavia, l'azienda ha ammesso di aver informato le autorità competenti, tranne che il Ministero dell'Ambiente.

Il Centro ricerche Casaccia, ex sito nucleare, è gestito dalla SOGIN e si occupa della bonifica ambientale. L'impianto Plutonio, dove l'incidente è avvenuto, è stato progettato e realizzato negli anni Sessanta e si occupava di ricerca sulle tecnologie di produzione degli elementi di combustibile nucleare. Attualmente, il programma di trattamento e condizionamento di rifiuti radioattivi liquidi è in corso.

Il plutonio è un elemento radioattivo estremamente pericoloso e la minima esposizione può essere dannosa per la salute. Il lavoratore che è stato contaminato ha riportato una ferma e non ha avvertito alcun problema fisico, ma solo una volta che è stato sottoposto ad accertamenti medici.

Il caso solleva preoccupazioni sull'efficacia delle misure di controllo e sulla gestione dei siti nucleari “spenti”. Sebbene non ci sia stato alcun rilascio di materiale pericoloso, l'incidente dimostra la necessità di aumento della trasparenza e della sicurezza al fine di proteggere la salute e l'ambiente.

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