Ramy Elgaml morto dopo un inseguimento a Milano, il fratello: “Cerco solo la verità”
“Parla il fratello di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre durante un inseguimento con una volante dei Carabinieri a Milano. Dopo la morte del ragazzo, ci sono stati disordini nel quartiere Corvetto, dove viveva, che hanno visto protagonisti decine di giovani.
Lo stesso fratello, in un'intervista, racconta di come Ramy era partito per andare a lavorare alle 5 e mezzo del mattino, quando si è accorto che i suoi amici erano arrivati a casa sua. Gli amici gli hanno detto che Ramy è partito per andare a fare una serata con loro, ma non è tornato. Cinque ore dopo, suo fratello ha ricevuto la notizia che Ramy è morto in seguito a un inseguimento con i Carabinieri.
Il fratello racconta di essere stato informato dal capo del lavoro del lavoro che non poteva stare a casa, ma ha deciso di andare lo stesso. Una volta arrivato, ha cercato di calmarsi, ma i giovani del quartiere hanno iniziato a protestare e a manifestare la loro rabbia e la loro disperazione.
Il fratello di Ramy è convinto che la morte del giovane sia un caso tragico e che la verità debba essere ricercata. Sostiene che i giovani del quartiere stanno vivendo una vita in perenne attesa, senza una prospettiva di futuro, e che ciò li porta a cercare soddisfazioni inattese e a comportamenti irreparabili. “Non si può più vivere in questo stato”, afferma il fratello.
Rammenta come i giovani del quartiere non siano mai stati in piazza del Duomo, non hanno mai visto il mare, non hanno mai visto un film all'aperto. Sono ragazzi che non hanno mai avuto la possibilità di crescere, di studiare, di lavorare. Il fratello di Ramy sostiene che la morte del giovane debba servire da risveglio per la società e per le istituzioni, affinché essi possano lavorare per creare prospettive per questi giovani e non lasciarli uccidere dalla frustrazione e dall'abbandono. “I giovani hanno bisogno di prospettive di risposte”, conclude il fratello di Ramy.