RAOUL BOVA TRAVOLTO DAGLI AUDIO RUBATI: COSA C'È DIETRO LO SCANDALO CORONA
La vicenda di Raoul Bova è diventata un caso giudiziario e mediatico di grande rilievo. Tutto è iniziato con la diffusione di un audio rubato, in cui l'attore rivolge una frase a Martina Ceretti, definita “essere speciale” con “occhi spaccanti”. L'audio è stato reso pubblico nel programma di Fabrizio Corona, “Falsissimo”, e successivamente è diventato virale sui social media.
Il Garante per la privacy ha ordinato a YouTube di rimuovere la puntata del programma in cui era contenuto l'audio, ma nonostante ciò, l'audio continua a circolare su diversi piattaforme social. Per Bova, questa situazione è diventata un incubo mediatico e personale.
La sua avvocata, Rita Bernardini De Pace, ha dichiarato che la vicenda non è solo personale, ma anche di principio, poiché riguarda il diritto alla privacy, al decoro e alla verità in un'epoca in cui i social media vengono utilizzati per distruggere la reputazione delle persone.
Tuttavia, la vicenda non si ferma qui. Sono emersi sospetti di ricatto e di estorsione, con l'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma. È stato anche coinvolto il nome di Federico Monzino, un PR milanese accusato di aver consegnato a Corona chat e registrazioni.
Inoltre, Corona ha gettato altra benzina sul fuoco, parlando di una presunta relazione di Bova con una donna torinese, una psicologa dell'ospedale San Giovanni Bosco. Questa dichiarazione ha scatenato nuove polemiche e la donna ha annunciato querele.
Attualmente, ci sono tre fronti aperti: quello giudiziario, con un'indagine per estorsione in corso; quello mediatico, con un tormentone impossibile da silenziare; e quello personale, con Bova che deve difendere la propria immagine da un attacco che sembra infinito.
La vicenda mostra un lato oscuro della nostra epoca, in cui un audio rubato e diffuso nel modo sbagliato può distruggere anni di lavoro e di reputazione. La domanda rimane aperta: sarà mai possibile cancellare davvero quell'audio sia dal web che dalla memoria collettiva?
