Re Giorgio lascia tutto: i segreti del suo impero rivelati
Il testamento di Giorgio Armani è stato finalmente reso pubblico e ha rivelato il destino dell'impero fashion costruito in oltre 50 anni di carriera. L'intera proprietà della Giorgio Armani passerà alla Fondazione Giorgio Armani, un organismo creato dallo stilista per garantire stabilità, indipendenza e continuità al marchio.
La fondazione riceverà il 9,9% delle azioni in piena proprietà e il 90% in nuda proprietà, con l'usufrutto assegnato al compagno di una vita, Pantaleo dell'Orco, ai tre nipoti e alla sorella Rosanna. Dell'Orco controllerà il 40% dei diritti di voto, mentre alla fondazione spetterà il 30% e ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana il 15% ciascuno.
Le disposizioni testamentarie prevedono anche un passaggio delicatissimo: entro 18 mesi la fondazione dovrà cedere il 15% della società a uno dei grandi colossi del lusso internazionale, come LVMH, Essilor Luxottica o L'Oreal. Questa operazione potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore moda e lusso a livello mondiale.
I beni personali di Armani, come le ville e le residenze, passeranno alla sorella Rosanna e ai nipoti Andrea e Silvana. Dell'Orco avrà l'usufrutto a vita del celebre palazzo di via Borgonuovo a Milano, con la clausola che arredi e opere restino esattamente dov'erano.
Il testamento di Armani include anche lasciti più personali, come titoli di stato per un valore di oltre 32 milioni di euro e una polizza per la figlia del manager Michele Morselli. Il patrimonio stimato di Armani supera i 9,5 miliardi di dollari e include immobili, opere d'arte, l'Olimpia Milano e il locale storico La Capannina.
La fondazione dovrà guidare la Giorgio Armani secondo i principi etici e morali stabiliti da Armani, come l'essenzialità, la coerenza e l'etica. La domanda che tutti si fanno è se l'indipendenza del marchio resisterà anche senza il fondatore. La prossima fashion Week sarà segnata dal nome di Giorgio Armani, con una sfilata che celebrerà i 50 anni della maison e una mostra all'Accademia di Brera. Il suo lascito non è solo un impero da miliardi, ma un messaggio chiaro: lo stile è essenziale, la visione deve restare coerente, l'etica non va mai tradita.
