Referendum abrogativo 8 e 9 giugno, votare sì vuol dire aprire le porte all'incertezza normativa. Se nessuno fa più riforme su Lavoro
Ferruccio de Bortoli ha scritto che i referendum sul lavoro arrivano sempre in ritardo; ha ragione, aggiungo anche in modo disordinato. E forse per questo non raccolgono l'interesse per il merito di quel che propongono. Troppo spesso nel promuoverli la politica non pensa alle conseguenze sistemiche di un sì o di un no, di modo che i referendum hanno assunto nel senso comune la dimensione percettiva odierna: strumenti di divisione politica anziché luogo di esercizio responsabile del più potente strumento di democrazia che ci è dato in uso per Costituzione.
Veniamo al punto: votare no ha un senso prima di tutto guardando al complesso delle regole che disciplinano il mondo del lavoro. Piaccia o no, il Jobs Act rappresenta l'ultima vera riforma delle regole del lavoro, organica e…