Roberto Saviano e l'omicidio del 15enne Emanuele Tufano: storia dei ragazzi perduti di Napoli
Roberto Saviano parla dell'omicidio di Emanuele Tufano, un ragazzo di 15 anni del rione Sanità di Napoli, ucciso nel corso di una sparatoria notturna nella zona del Mercato, vicino al rione Forcella, nota per essere un quartiere di rilevanza criminale. Lo scrittore sostiene che i ragazzini dentro la criminalità organizzata non sia un problema solo del Meridione, ma del mondo intero. “Radio kids” di emulation crimini sono presenti in tutta Europa, come a Malmö e Uppsala in Svezia, e in Afrika e Americas.
La morte di Emanuele Tufano racconta una storia nota, ma la società e il dibattito politico continuano a ignorare la presenza di giovani criminali all'interno delle organizzazioni. Tali giovani, sollevati da risposabilità, condividono la loro fortuna con le organizzazioni criminali e non hanno paura della morte.
Saviano spiega che le mafie sono la sola istituzione che investe sui giovani, fornendo loro uno stipendio, un aumento per l'impegno e la capacità, facendoli diventare membri di alta gerarchia. Ciò crea un mix di disponibilità e capacità, nonché il desiderio di accumulare.
La legge italiane non investe sulle giovani generazioni, costringendole a dire no alla criminalità organizzata. Il decreto Caivano, approvato dal governo Meloni, ha aumentato la situazione, sovraffollandando le carceri e bloccando ogni percorso di recupero.
La stessa problematica esiste al di fuori dell'Italia, come dimostra l'esempio del killer tredicenne del cartello Beltran Leiva messicano e del sedicenne nascosto per assassinare un membro della sua organizzazione. Nell'agosto 2022, Gennaro Ramondino, 20 anni, è stato ucciso e bruciato da un suo amico sedicenne, membro di una cosca criminale.
Saviano conclude che la morte di Emanuele Tufano è solo l'ennesima dimostrazione che il Paese non comprende come le nuove generazioni agiscono e in quale direzione si stanno tirando.