ROGGERO, CONDANNATO PER AVER UCCISO DUE RAPINATORI
Il caso di Mario Rogero, un gioielliere che ha ucciso due rapinatori dopo essere stato vittima di cinque rapine, ha sollevato molte domande sulla legittima difesa e sulla psicologia di un uomo che si è sentito abbandonato dalle istituzioni.
Gli esperti di criminologia e psicologia hanno analizzato il caso e hanno avanzato l’ipotesi che Rogero potrebbe aver subito un disturbo postraumatico da stress a causa delle ripetute aggressioni, che lo hanno portato a sviluppare una sorta di “corazza traumatica” e a reagire in modo eccessivo e irrazionale di fronte alla minaccia.
La dottoressa Mangiapelo ha sottolineato che il disturbo postraumatico da stress può portare a una serie di sintomi, tra cui memorie intrusive, flashback, disturbi del sonno e un’attivazione costante dell’amigdala, che può scatenare una risposta di attacco o fuga.
La dottoressa Brasi ha aggiunto che la mente di Rogero potrebbe essere stata in uno stato di dissonanza cognitiva estrema, con un conflitto tra due verità intollerabili: essere una brava persona e aver ucciso due esseri umani.
La difesa di Rogero aveva chiesto un vizio parziale di mente, ma la tesi è stata respinta dai giudici. La dottoressa Costanzo ha commentato che la parzialità non significa incapacità di intendere e volere, ma piuttosto una percezione distorta della realtà.
Il caso di Rogero solleva questioni complesse sulla legittima difesa, sulla psicologia della vittima e sull’applicazione della legge. Gli esperti concordano che la decisione dei giudici è corretta dal punto di vista legale, ma che la questione morale rimane aperta.
In sintesi, il caso di Mario Rogero è un esempio di come la violenza e il trauma possano avere conseguenze profonde sulla psiche di un individuo e come la legittima difesa possa essere un concetto complesso e soggettivo.

