Roma, polizia carica manifestanti al corteo per Ramy Elgalm
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Roma, polizia carica manifestanti al corteo per Ramy Elgalm

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In occasione di Ramy Elganzani, il 29 dicembre scorso, si è sviluppata una manifestazione di studenti e collettivi nel quartiere di San Lorenzo a . Gli studenti e i rappresentanti delle associazioni hanno radunato piazze e strade del quartiere per rendere omaggio alla memoria di Ramy, la vittima della sparatoria avvenuta nel febbraio 2021. La manifestazione, con il sostegno di rappresentanti del mondo dell'arte e dello spettacolo, era volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di protezione dei diritti umani e sulla necessità di una di rispetto e non discriminazione.

La manifestazione ha preso il via dal cortile dell'università “La Sapienza”, con i partecipanti che hanno cinti d'Italia in mano e vestiti di strisce rosse, il simbolo dei movimenti antigovernativi e contro-racchi, in segno di protesta contro l'inazione dei responsabili per la morte di Ramy. Gli studenti, i membri dei collettivi e le rappresentanze dei gruppi politici e sindacali hanno fatto giuramento per non più permettere crimini di tale tipo e hanno richiesto una maggiore consapevolezza sulla protezione dei diritti umani e sulla prevenzione dei conflitti.

Come la manifestazione procedeva attraverso le strade del quartiere, gli agenti della polizia locale si sono moltiplicati sul luogo, tentando di impedire il proseguimento della protesta. Questi ultimi, inforcando la barricata, si sono divisi tra coloro che volevano continuare la manifestazione e coloro che si trattenevano dietro ai muri dell'università. Iniziò quindi uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine, il cui obiettivo era di contenere i manifestanti.

In un'atmosfera carica di tensione e drammatici episodi di violenza, la polizia si è lanciata in attacchi fisici e oltraggi sui manifestanti. Alcuni degli stessi, correndo incontro alle cariche della polizia, si sono fatti trasportare al piano di calpestio dal marciapiede al lato est del palazzo del comune di Roma.

Dopo quattro ore di lotta tra i manifestanti e le forze dell'ordine, gli agenti hanno lanciato una controcarica violenta, ma gli studenti e i manifestanti non hanno esitato a rispondere. Nelle strade di San Lorenzo, le file di polizia e di agenti delle carabinieri, nonostante il forte contingente, si sono infrante di fronte al fiorire di giovani coraggio e uniti, disposti a proteggere le loro libertà e a sostenere le loro convinzioni.

Il fine ultimo della manifestazione era unicamente di mantenere viva la memoria di Ramy, il quale si era dimostrato essere una delle prime vittime di un terrorismo politico e sociale del passato recente. Altri episodi di violenza sono stati ripetuti nei mesi seguenti in altri luoghi del quartiere di San Lorenzo e negli altri comuni di Roma. La gente di San Lorenzo si è rivoltata con determinazione, per scongiurare che questo terribile assassinio non abbia raggiunto l'obiettivo di uccidere l'azione sociale e le azioni anti-governativi.

Era tempo per il governo italiano di intervenire con fermezza e convinzione, dichiarando fermamente che nessuno è solo, e che i diritti umani, specialmente il diritto a essere liberi, non si possono togliere, almeno non ancora. È arrivato il momento per Roma e l'Italia di affermare, senza mezzi termini, la loro disapprovazione e condanna verso i violenti e ingiustificati attacchi che non cessano. È venuto il tempo di chiamare la mafia italiana alla accountability, come per chiamare gli altri leader delle società italiane, perché possano accogliere il segno del dolore di Ramy.


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