La storia delle donne romane è stata sempre accompagnata da stereotipi e pregiudizi. Le donne che amano il sesso sono etichettate come sgualdrine, puttane e ninfomani, e quindi devono essere represse, controllate o altrimenti private di un'esistenza libera e indipendente. Questo potente e rabbioso esame delle vite e dei destini delle donne romane, scritto da Joan Smith, ci racconta la storia delle donne che sono state vittime di violenza, repressione e discriminazione.
Il libro “She Was a Nymphomaniac” è un esame approfondito delle vite delle donne romane, dal 27 a.C. al 68 d.C. Smith ha esaminato le fonti originali, come Tacito, Giovenale, Svetonio, Cicerone e Seneca, e ha ritradotto il latino per individuare le ovvie invenzioni e gli abbellimenti denigratori del sesso. Ciò che emerge è una storia di donne che sono state vittime di violenza, abuso e repressione.
Smith sostiene che le donne romane erano viste come oggetti sessuali, e che il loro desiderio sessuale era considerato un vizio. Le donne che osavano guardare un uomo negli occhi e parlare senza esitazione venivano etichettate come “ostinata, ambiziosa e sessualmente incontinente”. Le donne imperiali, in particolare, erano soggette a matrimoni infantili e stupri seriali.
Il libro è anche un atto di accusa contro gli storici che hanno distorto la storia delle donne romane. Smith sostiene che gli storici hanno creato storie fantastiche di donne imperiali che si ubriacavano e facevano sesso con ogni barista e gladiatore. Ciò è stato fatto per giustificare la repressione delle donne e la loro subordinazione ai maschi.
Il libro di Smith è anche un esame delle vite dei grandi imperatori romani, come Caligola e Nerone, che sono stati accusati di crimini sessuali e omicidi. Smith sostiene che questi imperatori erano mostri paranoici che vivevano nella paura di un colpo di stato o di un assassinio, e che erano rapidi nell'uccidere parenti, mogli, figli e nipoti.
Il libro è anche un esame delle condizioni in cui le donne romane vivevano. Smith sostiene che le donne romane erano soggette a violenza e abuso, e che il loro desiderio sessuale era considerato un vizio. Le donne imperiali, in particolare, erano soggette a matrimoni infantili e stupri seriali.
In conclusione, il libro “She Was a Nymphomaniac” è un esame potente e rabbioso delle vite e dei destini delle donne romane. Smith sostiene che le donne romane sono state vittime di violenza, repressione e discriminazione, e che il loro desiderio sessuale è stato considerato un vizio. Il libro è un atto di accusa contro gli storici che hanno distorto la storia delle donne romane, e un esame delle condizioni in cui le donne romane vivevano.