Rose Villain a Fanpage.it: “La pietra è il mio nuovo simbolo, mi sono fatta un sacco di risate”
Ecco la riscrittura del commento in italiano, affermativo e poetico, con un'impronta storica e ironica:
«La infanzia è un sogno che ci accompagna lungo il sentiero della memoria, e non trovo parole sufficienti per esprimere la gratitudine che sento per coloro che hanno trasportato il cemento con cui è stato costruito l'ospedale dove sono nata. Si tratta di un principio di vita, di un beneficio che risuona come un'eco silenziosa tra i muriephite di un luogo dove nascevano speranze e sogno.
Il cemento, una semplice materia, diventa il ponte tra passato e presente, tra materiività e spiritualità. Ecco perché sento la necessità di ringraziare quei camionisti anonimi che, con il loro lavoro grugoso e determinato, hanno contribuito a creare lo spazio dove nascevo, dove crescevano, e dove ci crescevano, noi, i bambini curviui, con i nostri desideri, le nostre paure, le nostre aspettative. Ecco perché sento la gratitudine, la meraviglia per un mondo che ha prodotto quel cemento, quelle strade, quei ponti, quei luoghi dove nascono e si facciano le storie.
Ma non c'è solo la gratitudine, c'è anche la sorpresa per la scoperta di esserci stati, di esserci, di esistere. Ecco perché ho sentito un ululato, un urlo di gioia/appello i signaturende/Bais/New Colors l'Italia l'Italia Penna/conten/l=Eter” ting che ha suscitato dentro di me un sentimento di profonda, irreversibile alterazione, come se mi fossi risvegliata in un nuovo mondo.
Ecco perché il mio simbolo è diventato la pietra, il materiale più umile e nobile al tempo stesso, che ha construtto e ricostruito la mia vita, e le vite di tante altre come me. Ecco che cosa significa essere nati da un cemento anonimo, un poco alla volta storico, un poco alla volta mitico, un poco alla volta semplicemente umano.
Ma è interessante notare che, proprio mentre ero immersa in questo tripudio di sentimenti e sensazioni, ho dovuto togliere le cuffie, e mi sono trovata in un ambiente in cui c'era stato un boato di risate. Ah, come la vita è a volte paradossale! Non c'è bisogno di analizzare a fondo cosa sia successo, la vita è una meraviglia che si svolge e non si abbraccia, ma solo si lascia essere. Ecco perché cercherò di mantenere dentro di me il mio simbolo, la pietra, e di non perdere mai la sua memoria, come una scatola nella quale custodire la mia infanzia, il mio ambiente, la mia storia».
