Rozzano, così l'assassino ha confessato l'omicidio di Manuel Mastrapasqua: “Non sopportava il peso”
Ecco la ri_descrizione in italiano di 1000 parole:
Inserito alla luce delle ore anomale, l'interrogatorio di Daniele Rezza, un diciannovenne accusato di avere ucciso Manuel Mastrapasqua a Rozzano, a Milano. Il suo avvocato, che ha rimosso l'imputazione, ha spiegato a Fanpage.it che Rezza “aveva l'intenzione di costituirsi, ma prima lo voleva raccontare agli amici e accomiatarsi”. Il sabato mattina, Rezza avrebbe deciso all'impromptu di allontanarsi per andare “chissà dove”, uscendo con solo 10 euro nel portafoglio, senza indumenti di cambio, senza nulla, e partire. “È una fuga, se vogliamo chiamarla così, che dura veramente poco, perché poi si rende conto di non sopportare il peso”, ha spiegato l'avvocato. Rezza si rese conto di non poter più sopportare il peso e notò due agenti della Polizia Ferroviaria e, quando questi gli chiesero se c'era qualcosa che non andava, confessò.
La sera del venerdì, Rezza aveva intenzione di costituirsi al PM e disse ai genitori che, forse, erano stato lui a uccidere Manuel Mastrapasqua. Il giorno successivo, escono le notizie e Rezza afferma di avere colpito Manuel, ma non riesce a vedere il corpo cadente né il sangue. La mattina seguente, legge le notizie e dice: “Sì, la via è quella, ma il punto in cui è stato trovato il corpo è diverso da dove si sono incontrati e dove è avvenuta la colluttazione”.-II è questo il punto in cui si è verificato il dubbio che potrebbe essere una speranza di non aver procurato la morte di un uomo. Rezza chiede ai genitori di essere accompagnato per andare a trovare un amico, ma non ricorda esattamente dove si trovi. Si fa accompagnare dal padre alla notte tra venerdì e sabato e tornare a casa la sera successiva. “Era tardi”, dice Rezza.
La sera del venerdì, Rezza presumeva di dover prendere il coltello perché era tardi e Rozzano non è un posto sicuro. Oggi, Rezza ha detto: “Sì, lo feci”. Rezza non ha visto il sangue, non ha visto il corpo cadente, non ha visto niente. Rezza non comprende cosa sia successo, si rese conto che la morte era irreversibile e decise di confessarsi. La sua mente era occupato da pensieri macabri, come se avesse commesso reati diversi, uno di rapina. “Mi ero detto di trovare la persona e di ridurla”, disse. Il PM ha detto che la sera aveva preso il coltello perché era tardi e Rozzano non è un posto sicuro. Wil produce un dubbio, un'ipotesi: “Magari ho colpito qualcun altro e poi…”. Quella sera, Rezza sentiva di non poter resistere al peso della vita.