Salvini fa il martire, sognando il prato di Pontida con Orbán e Le Pen
Matteo Salvini fa il martire. Si sente un perseguitato per avere difeso il sacro suolo italiano dagli immigrati barbari e dagli infidi governi europei, non disponibili a distribuire gli immigrati che per venti giorni sono rimasti bloccati sulla Open Arms. Il convitato di pietra, il suo ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si gira dall'altra parte fischiettando, perché il ministro leghista aveva fatto tutto da solo, contro la volontà di Palazzo Chigi. Come se ciò fosse possibile, come se il premier non fosse responsabile dell'indirizzo delle politiche del suo governo, senza compartimenti stagni. Del resto, Conte non sceglie tra Trump e Harris, mentre Salvini e Musk, che è venuto in suo soccorso definendo pazzi i magistrati palermitani, sì.
Il martire Matteo chiama alla…