Sanità, Cartabellotta: “Da Meloni nessun investimento record in manovra, così il Ssn non regge”
“Il Servizio Sanitario Nazionale è in gravissima difficoltà. Le liste d'attesa, i pronto soccorso affollati, la carenza di personale, sono solo alcune spie di un sistema in crisi da tempo. Il problema è che, come spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “si investe sempre meno sulla sanità” e nonostante gli annunci di Meloni, con la prossima legge di bilancio, la spesa sanitaria potrebbe raggiungere il “minimo storico” nel 2029.
Gli ultimi governi, compreso l'attuale, non hanno mai messo la sanità al centro dell'agenda politica, la hanno lasciata “andare a se stessa” rispetto ai problemi organizzativi, tecnologici e professionali. Ciò ha portato alla demotivazione dei professionisti sanitari, come se il Servizio Sanitario Nazionale potesse risollevare da solo i propri problemi.
Il problema è che la sanità pubblica è una delle grandi emergenze del paese, con 4,5 milioni di persone che non si curano più, di cui 2,5 milioni per ragioni economiche. Il rapporto della Fondazione Gimbe ha evidenziato la differenza tra la spesa italiana e quella degli altri paesi dell'OCSE, mostrarndo che l'Italia investe sempre meno rispetto alla media europea.
Il presidente della Fondazione Gimbe, Cartabellotta, richiama l'importanza di un rilancio progressivo del finanziamento pubblico e di riforme complesse, non semplici annunci di finanziamenti senza soluzioni concrete. “Fare finanziamenti senza riforme significa un po' sprecare i soldi”, afferma.
Inoltre, Cartabellotta precisa che il problema non è solo la lista d'attesa, ma l'organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, che deve affrontare la carenza di personale e di attrezzature. “Il personale è la priorità number one”, afferma, “non solo va motivato, ma bisogna anche trattenere i medici e gli infermieri che già lavorano nel settore pubblico”.
Il presidente della Fondazione Gimbe conclude richiamando l'importanza di una visione complessiva della sanità pubblica e del Servizio Sanitario Nazionale, che non deve essere solo un “supermercato sanitario” che si concentra sulla prestazione e non sulla cura del paziente.”
