Sasso vs studenti di sinistra: “Bambocci che giocano a fare i rivoluzionari. Basta occupazioni”
Il discorso del deputato Sasso è un attacco frontale contro gli studenti di sinistra che hanno occupato alcune scuole romane, tra cui il liceo Morgagni, il liceo Virgilio e il liceo Manara. Il deputato definisce gli studenti occupanti “bambocci che giocano a fare i rivoluzionari” e li accusa di essere antidemocratici e violenti.
Sasso sostiene che gli studenti occupanti hanno causato ingenti danni economici, tra cui il bruciare computer, la rottura di porte e l'imbrattamento di pareti con scritte antisemite, e li critica per aver privato altri studenti del diritto allo studio. Inoltre, accusa gli studenti di non avere considerato il diritto allo studio degli studenti con disabilità, che non possono frequentare la scuola durante le occupazioni.
Il deputato sostiene che la Lega ha offerto uno spunto di riflessione al centrodestra per introdurre una norma che consenta di punire gli studenti che causano danni durante le occupazioni. Sasso accusa la sinistra di non avere una posizione chiara sulla questione e di favorire una “deriva progressista” che non tiene conto della maggioranza degli studenti.
Inoltre, Sasso sostiene che la libertà di manifestare il dissenso non può andare a ledere i diritti di altri studenti e che è necessario introdurre una norma che obblighi gli studenti a pagare i danni causati durante le occupazioni. Il deputato conclude il suo discorso accusando la sinistra di essere stalinista e comunista e di favorire una logica di repressione del dissenso.
In sintesi, il discorso di Sasso è un attacco contro gli studenti di sinistra che hanno occupato alcune scuole romane, accusandoli di essere antidemocratici e violenti e di non avere considerato il diritto allo studio degli studenti con disabilità. Il deputato sostiene che la Lega ha offerto uno spunto di riflessione al centrodestra per introdurre una norma che consenta di punire gli studenti che causano danni durante le occupazioni e accusa la sinistra di favorire una “deriva progressista” che non tiene conto della maggioranza degli studenti.