Schlein smonta la manovra di Meloni: “Gettati 800 milioni di euro per deportare migranti in Albania”
Schlein smonta la manovra di Meloni: “Gettati 800 milioni di euro per deportare migranti in Albania”, quella che il governo ha presentato è una manovra recessiva. Il dato di crescita del paese attualmente in linea con quello europeo è per tre quarti trainato dagli investimenti del PNRR, su cui peraltro ci preoccupa che la maggior parte della spesa sia stata spostata al 2026. Il punto è cosa accade dopo, perché in questa manovra non c'è un investimento che punti al rilancio dell'economia italiana. È una manovra di austerità, tutta di tagli senza investimenti, a fronte di un calo della produzione industriale che va avanti da molti mesi di fila.
Ci sono tagli alla sanità pubblica, anche se loro continuano a dire il contrario, ma sono in questo smentiti da tutti. Dai numeri, dai loro stessi numeri, che messi in rapporto al PIL dimostrano che con questo si arriverà al minimo storico di spesa sanitaria sul PIL, addirittura più basso del 6%. Ci sono tagli alla scuola pubblica, con 6000 insegnanti in meno e 2000 amministrativi in meno. Tagli all'università e alla ricerca, su cui invece dovrebbe poggiarsi proprio la capacità di innovazione di questo paese.
Ci sono tagli per 7 miliardi agli enti locali, quindi a comuni, città metropolitane, province e regioni, che vuol dire meno servizi alle cittadine e cittadini. Ci sono tagli anche alle imprese, viene meno uno strumento importante come l'Ace per la ricapitalizzazione delle imprese. Viene meno in modo surreale l'80% del fondo per l'automotive, un settore che versa in una crisi in tutta Europa.
Il governo taglia 4,6 miliardi al fondo che era stato messo a disposizione dal governo precedente proprio sul settore dell'auto per accompagnarlo in una difficile transizione. Non c'è nulla in questa manovra su un nodo che tutte le imprese che stiamo incontrando ci sottopongono, che è quello del costo dell'energia. Noi abbiamo il costo dell'energia più alto d'Europa, non sta scritto da nessuna parte che lo dobbiamo accettare come un dato di fatto.
Abbiamo proposto degli emendamenti per risolvere la situazione, ma stanno dismettendo in questo modo il futuro industriale dell'Italia. La manovra è anche di incoerenza, l'abbiamo vista sulle pensioni, sono quelli che gridavano che avrebbero abolito la Fornero, in realtà hanno ridotto le possibilità di uscita anticipata dal lavoro. Interveniamo anche su opzione donna nei nostri emendamenti, l'incoerenza di chi faceva i video davanti ai benzinai per promettere che avrebbero abbassato tutte le accise, in realtà da quando ci sono le hanno aumentate.
Vedrete che in Parlamento torneranno ad aumentare quelle sul diesel. La manovra è stata criticata più o meno da tutti dalle imprese, dai sindacati, dai medici, dal mondo della scuola e dell'università. Ma pure dalla maggioranza, che evidentemente non è così soddisfatta, se hanno presentato circa 1000 emendamenti.
Noi siamo qui a presentarvi come avremmo fatto noi questa manovra con quali proposte concrete, ogni emendamento ha le sue coperture necessariamente. L'idea è proprio tenere insieme queste grandi cinque priorità per il paese: sanità, scuola e ricerca, lavoro e salari, politica industriale per la conversione e naturalmente anche i diritti. Ecco tutti i nostri emendamenti che adesso i nostri capigruppo responsabile economico vi presenteranno, vanno a dare corpo e sostanza a questa visione del futuro del paese.