SCONTRINO SHOCK IN ITALIA: 50 CENTESIMI PER TAGLIARE LA PIZZA
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SCONTRINO SHOCK IN ITALIA: 50 CENTESIMI PER TAGLIARE LA PIZZA

SCONTRINO SHOCK IN ITALIA: 50 CENTESIMI PER TAGLIARE LA PIZZA

Il caso del “scontrino shock” che ha terrorizzato i fan di pizza in Italia. E' avvenuto in Trentino, precisamente a Valsugana, dove lo scrittore locale Sergio Paoli ha condiviso su social un lettura a bocca aperta di uno scontrino ricevuto in un locale di pizzeria che ha generato polemiche. In sede di controllo del conto, Paoli si è accorto che, mediante uno scontrino, i proprietari della pizzeria chiedevano la prostituzione di 50 centesimi per il taglio di ogni pizza, 1 euro per il cartone diasco e 2 euro per l'imballaggio. Sembrato altamente improbabile, il caso ha destato l'attenzione dei media, tra cui il Daily Mail, e il titolare della pizzeria, pronunciso sul tema.

La storia di Paoli si presenta così: mentre precisava il conto, notò una grave anomalia tra il prezzo indicato sul menu e il prezzo effettivo pagato. Uno sguardo più ravvicinato allo scontrino ha devozzato che ce n'era diがあるone voce: “tagliato”. Per Paoli, l'episodio aveva un solo significato: gli imprenditori erano alla ricerca di profitti maggiori tagliando le pizze e vendendo i cartoni. Ipotizzò persino un guadagno milli-digitale per gli imprenditori, sebbene non si possa ragionare logicamente sulla base di un sistema di taglio e imballaggio: “Sono 50 centesimi per tagliare una pizza e scorto 50 soldi. Ecco il business del taglio delle pizze. Ecco la ricchezza che il titolare della pizzeria realizza in questo modo.”

Il titolare della pizzeria ha rigettato le idee polemiche di Paoli, spiegando che il taglio non è incluso nel servizio, poiché non si tratta di una pizzeria “al momento” – un riferimento a pizzerie che, mediante uno staff, tagliano e consegnano i prodotti direttamente al cliente. Inoltre, il costo dei cartoni è stato trasferito al cliente. L'inserimento di tale riga sullo scontrino sarebbe dovuto solo a una maggiore trasparenza. Ciò che aveva scatenato la polemica era semplicemente l'assenza di trasparenza, anche se quest'ultima era finalizzata a garantire la maggiore trasparenza possibile.

La descrizione di Paoli del fatto ha dipinto un quadro di luci e ombre: un locale pizzeria poco trasparente, dove i proprietari cercano di riespandere i guadagni dal taglio delle pizze e vendere i cartoni. La storia, in sintesi, si è conclusa con la contestazione del titolare della pizzeria e una polemica relativa all'importanza della trasparenza, nonché all'interpretazione corretta del servizio al cliente.


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