Scontro Schlein-Meloni: “Dà i numeri, mente sulla sanità”. “A sinistra scarsissimi in matematica”
“Siamo al colmo del ridicolo”, “scarsissimi in matematica” la presidente del Consiglio Giorgia Meloni definisce ieri la sinistra rispondendo alle accuse di tagli nei servizi sanitari. Secondo lei, non è vero che lo Stato italiano intenderebbe ridurre i fondi per la sanità, anzi, con la manovra del 2025 si prevedono 136,5 miliardi di euro, una cifra più alta di quelli delle ultime annate. “Prendete la calcolatrice”, ha detto, e calcolate la differenza tra 136,5 e 114,5, arrivando a 22 miliardi di euro, pari a 2.317 euro a testa, più di 398 euro rispetto al 2019.
Ma, a.exports, il leader della destra ha anche accusato la sinistra di non essere in grado di fare i conti, addirittura “scarsissimi in matematica”. E per dimostrarlo, ha offerto la calcolatrice a tutti gli esponenti della sinistra, scommettendo che non sarebbero in grado di calcolare la differenza tra 136,5 e 114,5.
Tuttavia, il capogruppo della sinistra non è stato intitolato alle battute offerte e ha risposto accusando la destra di mentire sulla sanità pubblica. Secondo lui, la spesa sanitaria come percentuale del PIL è in realtà in costante aumento e non diminuzione, come afferma la Meloni. E il leader della sinistra ha anche messo in guardia sul problema dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, parlare ad esempio del caso dei 430 giorni di attesa per una coloscopia programmata in alcuni comuni.
In sostanza, la polemica è nata tra destra e sinistra sulle cifre relative alla spesa sanitaria e sull'effettiva quantità di fondi disponibili per il servizio pubblico. La destra sostiene di non essere intenzionata a tagliare i fondi per la sanità, mentre la sinistra accusa la destra di mentire e di non essere in grado di calcolare correttamente i numeri. La verità potrebbe esser semplice: la spesa sanitaria come percentuale del PIL è in aumento e non è tagliare, come sostiene la Meloni, ma aumentare fondi per la sanità significa non solo spendere di più, ma anche migliorare la qualità dei servizi erogati e diminuire i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie.