Scontro tra volanti della Polizia a Roma, la squadra di rugby di Amar Kudin: “Era un vero leader”
Stefano D'Angelo, dirigente sportivo della Rugby Civitavecchia, ricorda Amar Kudin, rugbista e poliziotto deceduto nel tragico incidente in cui si sono scontrate due volanti della polizia. Amar lavorava la notte per poter giocare con noi, cambiava i turni per essere libero la domenica e poter avere il turno di riposo. Ci siamo salutati alle 5:30 a Livorno, dove Amar era tornato in macchina con l'allenatore per poter prendere servizio. Questo tragico evento è stato fatale per lui.
Amar era un ragazzo straordinario, serio e applicato non solo nello sport, ma anche come persona. Era un leader naturale e dopo soli tre mesi di militanza nella squadra, era stato scelto come capitano. Era un esempio da seguire per i ragazzi, che lo avevano scelto immediatamente come capitano della squadra. Non avevamo dubbi come società a seguire questa indicazione venuta dall'allenatore.
Era normale ed era evidente a tutti che Amar era qualcosa di più del solito. Era un esempio di serietà e applicazione, che non si vedeva spesso. Ieri mattina, abbiamo ricevuto la notizia bruttissima della sua morte e ci sono stati grandi pianti tra i ragazzi che erano i suoi compagni. Abbiamo sospeso le attività e stasera lo ricorderemo al campo tutta la squadra.
Nonostante alcuni giocatori vengano da fuori, non ci alleneremo stasera, ma saranno presenti per ricordare Amar. Mi sembra che questo dica molto su quella che era la capacità di questo giocatore di farsi apprezzare come giocatore e come uomo. Era una persona di una serietà incredibile, molto riservato, mai un atteggiamento sbagliato o fuori posto né in campo né fuori.
Eleggere e fare un capitano in tre mesi in una squadra di rugby è veramente complicato, ma Amar lo aveva fatto. Era un leader naturale e tutti all'unisono hanno accettato la sua scelta come capitano. È veramente una grande perdita da tutti i punti di vista.