Scuola, Schlein: “Dal ministro Valditara solo sparate e parole vuote, nulla per i problemi reali”
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Scuola, Schlein: “Dal ministro Valditara solo sparate e parole vuote, nulla per i problemi reali”

Scuola, Schlein: “Dal ministro Valditara solo sparate e parole vuote, nulla per i problemi reali”

“La scuola, un luogo di istruzione e formazione, dove l'accesso all'educazione dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dalle condizioni sociali e economiche. Ma non è così. Il ministro Valditara, con le sue parole vuote e le sue azioni poco concrete, ci mostra come il sistema scolastico italiano sia ancora lontano dalla realtà.

La sua proposta di premiare le regioni che sono in regola con il dimensionamento, significa premiare chi obbedisce a un provvedimento sbagliato che vuole rubare l'autonomia scolastica ai territori dove serve di più. Nulla è stato fatto per affrontare i problemi reali, come il precariato, la procedura di infrazione dell'Unione Europea per l'abuso di contratti a tempo determinato, le cattedre scoperte sul sostegno, l'inutile istituzione del liceo del Med in Italy, le improbabili e insidiose linee guida sull'educazione civica, bocciate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

E poi ci sono le classi separate per gli alunni di origine straniera, l'indegna negazione dell'esistenza del patriarcato, il ritorno al diario di carta e sparate come quella per le classi separate. Noi non vogliamo più sentire un ministro dire che nelle classi bisogna ridurre il numero di stranieri, perché per noi nelle classi non ci sono italiani e stranieri, ci sono bambine e bambini che hanno tutti lo stesso diritto ad una scuola di qualità.

E poi ci sono gli asili nido, oggetto di una nostra positiva ossessione. Noi vogliamo moltiplicare il numero di asili nido nel paese, non solo perché gli studi dimostrano che prima parte il percorso educativo e più sarà solido apre maggiori opportunità nei percorsi educativi, ma anche perché fa i conti con la realtà in cui viviamo. Quando mancano quei servizi, sono soprattutto le donne a farsi carico della cura, e questo molto spesso si traduce in rinunce che le lascia indietro dal punto di vista occupazionale o imprenditoriale.

E poi ci sono i giovani, il governo nemico dei giovani, che ci ha dimostrato con il decreto Rave, il decreto Civan, le inaccettabili manganellate agli studenti e le studentesse delle manifestazioni. E poi ci sono le linee guida sull'educazione civica, bocciate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Noi non vogliamo più sentire un ministro dire che bisogna premiare le regioni che sono in regola con il dimensionamento, significa premiare chi obbedisce a un provvedimento sbagliato che vuole rubare l'autonomia scolastica ai territori dove serve di più. Noi vogliamo una scuola che sia sempre più inclusiva delle diversità, attrezzata ai cambiamenti sociali, rispettosa dei diritti di tutte e di tutti.

E poi ci sono le persone con disabilità, le persone , le persone in transizione, che hanno diritto ad una scuola senza barriere, attenta al riconoscimento delle loro identità. E poi ci sono gli stereotipi, soprattutto gli stereotipi sessisti, che poi sono alla base di quella odiosa violenza di genere in ogni sua forma.

Noi non vogliamo più sentire un ministro dire che bisogna premiare le regioni che sono in regola con il dimensionamento, significa premiare chi obbedisce a un provvedimento sbagliato che vuole rubare l'autonomia scolastica ai territori dove serve di più. Noi vogliamo una scuola che sia sempre più inclusiva delle diversità, attrezzata ai cambiamenti sociali, rispettosa dei diritti di tutte e di tutti.

E poi ci sono le diseguaglianze economiche e sociali, che si intrecciano con la grande questione dell'aggravarsi delle le diseguaglianze economiche e sociali nel nostro paese. Ha ragione a parlare di una vera e propria emergenza educativa, ricordando che a 250 milioni di bambini nel mondo è negato l'accesso ad una scuola di qualità. Noi non vogliamo più sentire un ministro dire che bisogna premiare le regioni che sono in regola con il dimensionamento, significa premiare chi obbedisce a un provvedimento sbagliato che vuole rubare l'autonomia scolastica ai territori dove serve di più. Noi vogliamo una scuola che sia sempre più inclusiva delle diversità, attrezzata ai cambiamenti sociali, rispettosa dei diritti di tutte e di tutti.”


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