SE BRUNO VESPA FA SOBBALZARE PERSINO IL TG1 VUOL DIRE CHE È ARRIVATO AL CAPOLINEA
Bruno Vespa divide il pubblico tra rabbia e tenerezza. Il dramma vero del giornalista 80enne, pensionato d'oro Rai che rimane in onda con cachet faraonici da dipendente esterno, è questo. Sui social è un caos tra chi lo attacca, definendolo il portavoce di Giorgia Meloni, il presidente del fan club delle Destre e altri appellativi, e chi prova quasi pietà e compassione. Ma c'è altro.
Mentre le Borse di tutto il mondo crollavano ed erano in corso riunioni d'emergenza in ogni Paese del mondo, Vespa rassicurava gli italiani che ogni sera lo seguono a panino tra Tg1 e Affari Tuoi. “Per il consumatore italiano non cambia nulla, se la pizza a New York passerà da 21 a 24 euro non sarà un problema”, così il giornalista non nascondendo un'espressione in viso tutt'altro che serena.
Vespa ha fatto sobbalzare perfino quell'abilissimo e scafatissimo navigatore del potere romano che è Gianmarco Chiocci. Il direttore del Tg1 è restato basito assistendo a un vero e proprio editoriale arricchito di punti di demenza, dedicato all'entrata in vigore delle tariffe americane nello spazio post-Tg1, “Cinque minuti”.
Molti si chiedono fino a dove si spingerà per difendere l'indifendibile, a partire da Michele Serra su Repubblica: “Di spicco anche la performance di Bruno Vespa, la cui fase senile coincide con una impressionante recrudescenza dello zelo filogovernativo. Prima era un governativo curiale, ora sembra una specie di vietcong meloniano, disposto a tutto, anche all'assalto all'arma bianca”.
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