“Ecco il finale del Giro d'Italia del 1999. Marco Pantani, il campione della Mercatone Uno, è in testa alla classifica generale con sei minuti di vantaggio. Tutto sembra andare per il verso giusto per il ciclista, noto come “Il Pirata”, quando il 5 giugno, a solo due tappe dal termine del Giro, viene fermato a Madonna di Campiglio perché il suo sangue presenta un tasso di ematocrito (la quantità di globuli rossi) oltre i limiti consentiti.
Ma cosa successe in realtà? Ecco che il caso Marco Pantani diventa un mistero. C'è il sospetto che gli esami siano stati manipolati proprio per fermare il campione in piena vittoria. Ecco che entra in scena la camorra, con i Casalesi, capi di Afragola, di Portici e l'alleanza di Secondigliano, uniti per incastrare Pantani.
Secondo un pentito di mafia, citato da LaPresse, “Se Pantani vinceva il Giro il banco saltava” e la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine, rischiando la bancarotta. La Procura di Trento sta indagando su questo caso e ha sentito una decina di persone informate sui fatti. L'ipotesi di reato su cui indaga la magistratura è quella di “associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista”.
Pantani si trovava in una situazione di assoluta superiorità nel Giro, con quasi sei minuti di vantaggio. Era come se avesse la vittoria in tasca. Ma non fu così. La notizia del suo arresto e della scoperta di un tasso di ematocrito anomalo nel suo sangue cambiò tutto. La carriera di Pantani si interruppe bruscamente e il suo nome divenne sinonimo di doping e tragedia.
Ma ora, 25 anni dopo, le indagini sulla morte di Pantani stanno rilanciando la questione. Si vuole scoprire cosa è successo a Madonna di Campiglio e se la camorra ha effettivamente manipolato gli esami per fermare il campione. La verità potrebbe essere ancora più complessa e tragica del previsto. Il Giro d'Italia del 1999 è tornato a essere un'inchiesta aperta sulla morte di Marco Pantani.”