Non importa in quale modo inizierebbe, ma è sicuro che finirebbe con la morte di gran parte della popolazione umana. Durante un'intervista sul canale YouTube di Lex Friedman, Annie Jacobsen, autrice di numerosi libri sull'esercito americano, tra cui alcuni che analizzano il laboratorio di ricerca top-secret DARPA e la famigerata Area 51, spiega che se ci fosse un attacco nucleare da parte della Cina, della Russia o di qualsiasi altro Paese, gli Stati Uniti avrebbero solo sei minuti di tempo per reagire. Non ci sarebbe nemmeno il tempo di capire se si tratta di un malinteso o di un errore.
Il Dipartimento della Difesa americano, secondo Jacobsen, “ha a disposizione un sistema di allerta precoce. In orbita, infatti, ci sono una serie di satelliti che monitorano costantemente gli avversari degli Stati Uniti. Nel momento in cui uno di questi Paesi lancia un missile balistico intercontinentale, i satelliti sono in grado di rilevarlo pochi istanti dopo. In questo caso, scatta immediatamente il contrattacco. Le bombe nucleari di risposta vengono lanciate prima che le bombe nemiche colpiscano il territorio americano”.
L'ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, continua Jacobsen, ha definito questa finestra temporale di sei minuti “completamente irrazionale. Come si può prendere una decisione così grave basandosi soltanto su segnali radar? Contrariamente a quanto si vede nei film, un missile nucleare, una volta lanciato, non può essere richiamato o deviato”. Gli Stati Uniti, ricorda, possiedono 1.770 armi nucleari, mentre la Russia ne ha 1.674. Altri Paesi possiedono migliaia di bombe nucleari.
“Tutte le fonti con cui ho parlato – continua Jacobsen – dall'ex segretario alla Difesa, ai comandanti e agli ingegneri delle forze nucleari, hanno tutti espresso la stessa opinione: la guerra nucleare sarebbe una follia”. Se dovesse scoppiare una guerra nucleare, conclude, “sarebbe una catastrofe. Milioni, poi decine di milioni e infine centinaia di milioni di persone morirebbero nei primi 72 minuti. Poi arriverebbe l'inverno nucleare, con miliardi di persone che morirebbero di fame”.