Sfiducia Santanché, Gianassi (Pd): “Politicamente incoerente e ipocrita. Si dimetta”
“Sfiducia Santanché, Gianassi (Pd): ‘Politicamente incoerente e ipocrita. Si dimetta'.
C'era una volta un partito di minoranza che attaccava governi e maggioranze di turno, contestando incoerenze tra promesse e impegni presi e le azioni realizzate dall'altro. Diceva che l'esercizio dell'azione politica deve sorreggersi sulle virtù dell'intransigenza e della coerenza, altrimenti non è degno. Non è credibile e non è autorevole quel partito.
Fratelli d'Italia, oggi non è più minoranza, è maggioranza relativa in Parlamento, guida la maggioranza parlamentare e esprime la presidente del consiglio Giorgia Meloni e molti ministri, tra cui lei, ministra Santanchè. Ma quel partito ha già fatto cartastraccia del principio di coerenza, tradisce le promesse elettorali, scappa e si nasconde di fronte ai problemi. Ciò che conta per quel partito è solo difendere le poltrone, costi quel che costi, con buona pace di dignità, credibilità e autorevolezza.
Un tempo il motto dei pretesi Patrioti era “coerenza, coerenza, coerenza”. Oggi gli italiani possono solo ascoltare “poltrona, poltrona, poltrona” e quanto a brutalizzare, seconda a nessuno, in una sfida all'interno del suo partito, che è tra campioni di razza. Infatti, più volte, per molto tempo, ha chiesto le dimissioni di capi di governo, di ministri, di sottosegretari, senza che a sorreggere le sue richieste vi fossero procedimenti penali.
Lo ha fatto per il ministro della Salute Roberto, che ha affrontato la prova più difficile che un ministro della Salute ha affrontato nella storia repubblicana. Ha chiesto le dimissioni per la ministra Lamorgese, per non avere impedito un rave a Viterbo, e ancora per Boschi Bonafede, Azzolina e tanti altri. Persino per la ministra Josefa Idem, della quale ha detto che si è dimostrata anche molto arrogante e l'arroganza non premia mai.
Il problema è altro. Il fatto che lei si è presentata con l'immagine di una Paladina della morale, dell'etica e della correttezza. Ecco, quelle cose, pur essendo per me un peccato veniale, sono incompatibili con il suo ruolo e il Presidente del Consiglio deve rimuoverla.
Ma non è solo il caso Idem. Ci sono sempre due pesi e due misure. Se capita una cosa così nel centro-sinistra, si fa finta di niente. Se fosse capitata nel centro-destra, saremmo già stati cacciati. La ministra Idem si è dimessa da due anni, è abbarbicata sulla sua poltrona e guardi, quindi, per lei, se fosse donna coerente, si sarebbe dovuta dimettere. Eppure non le vengono contestati peccati veniali e c'è un rinvio a giudizio per farse comunicazioni societarie, c'è un'indagine per concorso in bancarotta fraudolenta, c'è una richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dell'Inps per l'utilizzo della cassa integrazione durante il periodo Covid.
Lei lo sa bene, perché non ha rivendicato il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. Ha detto che in caso di rinvio a giudizio, si dimetterebbe. Quindi riconosce che siamo in presenza di una situazione che non può essere risolta con il richiamo alla presunzione di innocenza. Siamo in presenza di una questione non procedimentale, non penalistica, di una questione enorme di tipo politico.
Ma se è bene che riconosca che non si può rimanere in sella in presenza di un quadro politico così grave, ha sbagliato, ha calcolato male i tempi. Non si deve rimettere con il rinvio a giudizio. Doveva averlo già fatto, lo deve fare ora.
Noi siamo abituati a distinguere tra una responsabilità di tipo penale, il cui accertamento compete esclusivamente alla magistratura, e dalle responsabilità politiche, che abbiamo rivendicato fin dal primo giorno, anche quando il quadro accusatorio in sede procedimentale non era chiaro ed evidente o così avanzato come oggi.
Anzi, mi permetta di dirlo, noi, a differenza vostra, non pensiamo che la responsabilità penale debba essere diffusa un po' ovunque, come fate voi con il disegno di legge sulla sicurezza urbana, in cui prevedete la galera un po' per tutti, per le donne incinte, per i bambini che hanno meno di un anno, per chi fa resistenza pacifica a un provvedimento dell'autorità. Noi pensiamo che il diritto penale debba essere usato con grande cautela, ma di fronte alle questioni politiche, non si può non si può scappare.
Allora, lasciando da parte i procedimenti penali, mi permetta di dirle che se esistesse un reato di incoerenza politica, ecco, dopo tutto quello che lei ha detto nei confronti dei suoi avversari politici e l'autodifesa oltranza che direi abbastanza isolata, sta facendo della sua poltrona, Beh, lei sarebbe già stata condannata per incoerenza politica con una sentenza di tipo definitivo.
Ma non c'è solo l'incoerenza di Fratelli d'Italia e la sua, c'è anche l'ipocrisia, la doppiezza morale tipica della Destra nazionale. Voi siete quelli, signora ministra, che hanno gridato contro il reddito di cittadinanza nei confronti delle persone bisognose, per due motivi: il primo perché vi è stato un uso troppo spesso truffaldino, e dall'altro perché non è giusto consentire alle persone di stare in pantofole sul divano anziché andare a lavorare. Eppure, si è scandaloso e lo è chi froda lo Stato, utilizzando le risorse pubbliche messe a disposizione dai lavoratori, dalle famiglie, dalle pensionate e dalle imprese italiane, ad esempio, violando quella norma.
Perché dovrebbe esserlo meno chi impresa o imprenditore truffa lo Stato e utilizza indebitamente fondi che lo Stato mette a disposizione con il sacrificio di lavoratori, famiglie, pensionati? Non è forse la stessa cosa? Si tratta comunque di un capitolo che è gravato di circa 3 miliardi.
Ecco, se stiamo sul terreno politico, perché da un lato abbiamo visto la destra stracciarsi le vesti e dall'altro invece come dire ridimensionare l'attenzione sul caso. Eppure, anche in quest'aula, ho approvato un ordine del giorno che impegnava il governo presentato dal Partito Democratico, che impegnava il governo a lavorare duramente su questo fronte. Ma come al solito, non abbiamo visto nulla.
Ecco, la vostra doppiezza, quella la faccia dura e cattiva contro chi non è amico e quella sempre gentile e genuflessa verso gli amici. No, noi questo non possiamo accettarlo.
Ci permetta di dirle, signora ministra, che il suo attaccamento alla poltrona sta determinando anche un grave danno per un settore strategico, come è quello del turismo in Italia. Da troppo tempo, lei è impegnata quasi esclusivamente a difendere se stessa e il suo governo, di turismo. Non parla più.
Ecco, non basta che si presenti a ballare con pulcinella in occasione dell'inaugurazione della fiera a Milano, in prossimità della discussione sulla mozione di sfiducia. Serve di più, serve un governo che si impegni su un settore strategico che riguarda decine di migliaia di lavoratori, ancora troppo spesso precari e imprese che hanno bisogno di essere accompagnate.
Un turismo democratico, sostenibile, insieme alle proposte che i sindaci italiani ogni giorno lanciano. Ma qui non c'è solo lei, signora ministra, sui banchi. Accusata politicamente dall'opposizione. Qui c'è un'altra persona che tende ormai a scappare molto spesso dalle proprie responsabilità ed è la presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Qualche tempo fa era ovunque, dal distributore di benzina, a raccontare che avrebbe cancellato le accise in conferenza stampa, a raccontare che avrebbe inseguito gli scafisti per il grobo terraqueo. Ora non sappiamo più, ma non la vediamo più. Si è scandaloso e lo è chi froda lo Stato, utilizzando le risorse pubbliche messe a disposizione dai lavoratori, dalle famiglie, dalle pensionate e dalle imprese italiane, ad esempio, violando quella norma.
Eppure, anche in questo caso, non l'abbiamo vista, la presidente Meloni, che ha preferito che si imolasse due ministri come oggi sembra altri due siano costretti a fare stolle accanto senza poterla difendere. Noi diciamo a Giorgia Meloni che l'unica coerenza che Giorgia Meloni sta dimostrando è quella di essere sempre molto amichevole verso gli errori di chi le sta vicino, come ha sempre fatto la destra italiana.
Assai meno quando anche lei con grande rabbia chiedeva le dimissioni di chi che sia, le ha chieste di tutti i presidenti del Consiglio, le ha chieste di tutti i ministri, tutti i sottosegretari, per fatti minori, anche quando non vi erano procedimenti penali e certamente lo ha fatto anche quando vi erano procedimenti penali.
Ma in questo caso, non ha il coraggio di prendere una decisione. La ministra Santanchè dice che si dimetterebbe se glielo chiedesse la presidente Meloni. La presidente Meloni invita la ministra Santanchè a riflettere, non la difende, ma non la fa dimettere. Diciamo, ministra Santanchè, l'unica battaglia che lei sta vincendo è quella contro Giorgia Meloni, perché ancora una volta è riuscito a dimostrare che Giorgia Meloni di fronte ai problemi riesce a fare solo una cosa, a scappare.
Noi tutto questo non lo possiamo accettare. Lo diciamo in quest'aula oggi. Lei ci ascolta, tre quarti dei partiti che la sostengono non l'ascoltano, perché i banchi di Forza Italia sono vuoti, i banchi della Lega sono vuoti, sono vuoti persino quelli di noi moderati e c'è un drappello di Martiri di Fratelli d'Italia che è stato costretto a presentarsi, ovviamente, non prenderanno la parola per difenderla, perché non possono farlo.
Bisogna avere a cuore le istituzioni democratiche del paese. È per questo che le faremo passo indietro. È per questo che la presidente Giorgia Meloni deve smettere di scappare. Grazie, onorevole Gianassi.”
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