Sfruttare vento, sole e atomi: come il Kazakistan intende passare a un’energia più pulita
Il Kazakistan intende passare a un’energia più pulita sfruttando vento, sole e atomi. Il Paese punta a raggiungere zero emissioni entro il 2060, combinando energia rinnovabile ed energia nucleare.
Attualmente, la generazione di energia nel Kazakistan è ancora prevalentemente basata sul carbone, che copre il 70% della domanda energetica del Paese. Tuttavia, il Kazakistan ha già iniziato a investire nell’energia rinnovabile, con l’obiettivo di portare la quota di energia rinnovabile nel bilancio energetico nazionale al 15% entro il 2030 e al 50% entro il 2050.
Negli ultimi 10 anni, la quota di energia rinnovabile nel bilancio energetico del Kazakistan è aumentata da quasi lo 0% a oltre il 6,5%. Si prevede che entro la fine dell’anno, la quota di energia rinnovabile raggiungerà il 7%.
Il Kazakistan è anche un importante produttore di uranio, con oltre il 40% della produzione mondiale. L’uranio kazako viene utilizzato in molti reattori nucleari in tutto il mondo, tra cui in India, Cina, Australia, Francia e Canada.
Il Paese utilizza il metodo di recupero dell’uranio, che è più economico e ha un impatto ambientale inferiore. L’estrazione dell’uranio inizia con la perforazione di pozzi profondi nel terreno, seguita dall’iniezione di una soluzione di acido solforico che scioglie l’uranio.
L’energia nucleare è considerata una fonte di energia pulita, poiché non produce sostanze pericolose per l’ambiente durante la produzione di elettricità. Il Kazakistan ha già una certa esperienza nell’industria nucleare, avendo avuto un reattore a neutroni veloci che forniva elettricità alla città di Aktau dal 1973 al 1999.
In sintesi, il Kazakistan sta lavorando per ridurre la sua dipendenza dal carbone e aumentare la quota di energia rinnovabile e nucleare nel suo bilancio energetico, con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni entro il 2060.
