SHOCK DEL DEBBIO “CI FANNO FUORI QUESTI QUA”
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Mettiti comodo, perché le news di oggi sono davvero imperdibili. Tu, tu, brutti brutti brutti, non sono scarpe, sono carabinieri! Caro Paolo Del Debbio, grazie per aver accettato l'invito. Ti facciamo fare un super lavoro.
Questa sera ci siamo visti la tua puntata prima e ti obblighiamo anche dopo a parlare del tema. Siamo fissati noi con la sicurezza. Paolo, lo dico a te, che fai 20.000 puntate e nel nostro piccolo lo facciamo anche noi. Sai che cosa ci dicono? Caro Paolo, che ci stiamo inventando un'emergenza? Sì, lo vanno a dire al fatto che 123% delle forze dell'ordine ferite in più lo vanno a dire a loro che ci stiamo inventando un'emergenza. Lo vanno a dire ai sindacati di polizia, che immagino siano rappresentativi. Lo vanno a dire alle persone che abitano le città che vengono devastate. Lo vanno a dire agli Ebrei che si sono trovati la Sinagoga imbrattata. Lo vanno a dire a quelli di Torino che si sono trovati devastati la città con la partecipazione della vice del sindaco di Torino alla manifestazione.
Noi facciamo il nostro mestiere, che è quello di raccontare alcuni di questa società, in particolare riguardo alla sicurezza, perché chiamo che sia un valore fondamentale. Cosa che altri non fanno legittimamente, perché ogni giornalista e ogni conduttore fa quello che gli pare. Però non ci vengano a dire a noi che esageriamo. Vadano a dire a qualcun altro che non se ne occupa.
Il sindaco di Bologna dice: “Al momento non sono di no”. L'altra frase che mi interessava è: “In tanti stanno lavorando per alzare un clima di tensione perché si arrivi a questo”. Io ribalto e prendo un'altra frase del sindaco Lepore: “Ma ragazzi, ma che volete? Sono due anni che c'è Meloni che governa e c'ha il ministro Piantedosi a cui lei ha riconosciuto la sua fiducia. Ci diciamo tra di noi che su questo però il governo Meloni rischia assai”.
Caro Paolo, come hanno rischiato assai i governi precedenti che hanno sottovalutato l'immigrazione clandestina? Ce lo possiamo dire che su questo hanno il pallino loro. Ce lo dobbiamo dire, non è che ce lo possiamo dire perché chi vuole che ce l'abbia il pallino certo non altri. E quindi si devono sgare a mettere in pista.
Ora sento che parlano del Daspo, che potrebbe essere una buona idea, come è stata per gli stadi, cioè di impedire di andare in Piazza a coloro che hanno già commesso e che sono conosciutissimi dalla polizia e che ogni volta sono gli stessi. Quel gruppo organizzato gli verrà proibito da andare in Piazza mai in fretta. Va fatta sta roba tu stesso, tu stesso, però una puntata due tre puntate fa e prima di l'anno scorso.
Ma eran una delle ultime puntate l'anno scorso ci ha detto: “Ragazzi, ciè fatto un bel Toc toc”. Ma sapete come si vive nelle periferie? Avete capito il degrato delle periferie? Ecco è una giustificazione per quello che vediamo nella piazza. I giovani di quelle periferie di seconda generazione, venuti da padri come l'egiziano papà di Rami, sono furibondi e quindi bisogna comprendere la loro rabbia.
Altra grande obiezione che si fa: sì, non c'entra nulla nel senso che la periferia è un problema in Italia. Sono 25 anni che per le periferie in Italia non si fa un piano adeguato, come è stato fatto all'estero in molti paesi, come è stato fatto a Birmingham. E insomma, è inutile ora star qui ad annoiare il pubblico con esibizione di conoscenze.
Il punto è questo: ci sia un problema di vita e di qualità di vita nelle periferie italiane, non c'è dubbio. Il problema è che hanno fatto arrivare in questi 10 anni troppi clandestini e li hanno buttati come se fosse una discarica umana, tutti in periferia, perché è là che li trovi intorno alle stazioni centrali delle città e in periferia, siccome in periferia c'erano già molti problemi hanno detto i sindaci, quelli un po' chic, ma buttiamoli in periferia, che tanto problemi ce n'era già un problema in più, un problema in meno, cosa vuoi che sia? Poi ci troviamo che si collegano questi…”