“La vera scoperta della mia mail: ero stato hackato anche io
Se ne parla di rappresentanti politici come il premier Meloni, ma sembra che non ci sia esclusivo dell'élite. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Adolfo Urso, ha ammesso di essere stato hackerato durante la sua precedente carriera parlamentare, quando era presidente del Comitato parlamentare per la sicureta della Repubblica.
“Gli affari interni”-ha detto Urso a un incontro a Bologna-“mi sono certissimo che non sono gli unici a tema. Da presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ho appurato che in quegli anni recenti qualcuno aveva visionato ed estratto le mie e-mail e qualcun altro era penetrato nei miei conti correnti”.
Urso ha raccontato come, appena scoperto l'utilizzo non autorizzato delle sue mail, ne fece subito denuncia alla procura della Repubblica, ed ora conferma che anche i suoi conti correnti sono stati violati.
“Sono stato presidente del Comitato parlamentare per la sicureta della Repubblica, l'organo che sovrintende all'attività dell'intelligence e in generale alle tematiche di sicurezza nazionale”, ha spiegato. “E durante quegli anni ho appurato che erano state penetrate le mie e-mail e ho fatto una denuncia alla procura della Repubblica, e ora ho appurato da quello che è emerso a Perugia che ero stato penetrato anche nei conti correnti”.
L'ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che attualmente è anche ministro dell'Asp, si è espresso in favore di una maggiore attenzione alla sicurezza digitale, e ha invitato il governo e il Parlamento a prendere iniziative decisive per proteggere i dati personali e le informazioni governative.
“Il problema esiste e fa bene questo governo e credo anche il Parlamento ad appurare e intervenire”, ha affermato, mettendo in guardia contro la creazione di scenario di sfiducia e incertezza. “Le nuove tecnologie allargano l'universo e lo rendono più penetrabile, ma ciò non toglie che sia nostro dovere impegnarci per proteggere la propriété intellettuale e non permettere il furto delle sensibilità economiche e personali”.